“Luisenzaltro è una manifestazione eventuale di Alessio Luise”, così c’è scritto nel libretto del disco. Una delle tante manifestazioni di questo ragazzo che, a quanto pare, si destreggia bene fra poesia, sintetizzatori, teatro. “Il corsivo è dell’autoradio” è il suo terzo disco, autoprodotto, ed i testi sono tratti proprio da una raccolta di sue poesie di prossima pubblicazione.
Un progetto in bilico fra musica e letteratura, dunque. Fra un impianto di base a volte lo-fi, più spesso pop con retrogusto al silicio e voce quasi sempre effettata e filtrata, e una manciata di testi apparentemente strampalati ma che, in realtà, nascondono sagaci giochini linguistici, che divertono e fanno pensare. Come in "Presente": “Mi presento sono Donato, mi hanno donato dei presenti…se sono belli io li apro se sono brutti io li scarto, tanto è tutto perDonato, si può dire conDonato”.
Un po’ Bugo, quando dice “Mi hai risposto in modo così vago che mi sono invaghito…sono così liberale che non vado a lavorare” ("Cosicché"), un po’ Marzullo quando si chiede se si suona a parole quando si dice una canzone, dato che “una canzone si scrive ma non si dice, si suona” ("Suono a parole"). Ed è inevitabile citare parti intere dei testi per parlare di questo disco, perché sono proprio loro la parte essenziale e più interessante: la musica, infatti, non lascia mai a desiderare ma non riesce comunque a lasciare un segno pesante, rimanendo sospesa in una dimensione leggermente eterea, a tratti un po’ monotona.
Compaiono, inoltre, anche una bella cover di "Hobby" di Luigi Tenco e un paio di pezzi di chiusura - l'ultimo è una ghost track che deformano e mandano in loop stralci di dichiarazioni presumibilmente ufficiali dal periodo elettorale appena trascorso, mixate quasi a farci pensare al delirio di intercettazioni a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi.
Luisenzaltro ha fatto un disco interessante, non c’è dubbio. Analogico, perché sembra non esserci nulla di digitale (e il disegno in copertina piacerà ai pochissimi che hanno ancora le cassette in macchina). Etereo, proprio perché è l’autoradio uno dei protagonisti principali, ma anche per il gusto un po’ rarefatto dei suoni che incorniciano queste liriche bizzarre. Bizzarro, sì. Ma mai demenziale. Forse un po’ piatto…ma vale la pena di ascoltarlo..
---
La recensione Il corsivo è dell'autoradio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-01-24 00:00:00
COMMENTI