Non si può dire che Spigoli di Neiki non sia un brano completo: è fatti di alti e di bassi, di picchi e di pause, di suoni diversi che sanno susseguirsi uno dopo l'altro. È una montagna russa comandata da un beat elettronico in grado di piantarsi nella testa.
Spigoli è un brano estivo che parla di rimpianti, di notti in spiaggia, di treni persi e di un amore mancato sul più bello, il tutto accompagnato da una base dance ritmata.
Gli spigoli a cui si riferisce l'artista milanese sono le imperfezioni che durante l'infatuazione non era stato in grado di vedere, quei difetti che ora rappresentano la liberazione da uno stato d'animo malinconico. Che è, fra l'altro, il mood con cui si apre il brano, andando a braccetto con un rap quasi per niente rabbioso e sfumato dalla dolcezza dell'autore sia testuale, che melodica.
Autotune, rap, dance, elettronica, rimasugli della trap primordiale: il nuovo brano di Neiki accontenta un pubblico vasto non senza originalità. In Spigoli mette in atto il tentativo di raccontare la sua stessa nudità, quella da cui prende il nome d'arte (Neiki viene da naked), senza rinunciare al ritmo tipico di una hit estiva: tentativo riuscito.
Ora sorge spontanea la necessità di osservare la nudità testuale di Neiki nella sua estrema interezza, magari con qualche tentativo più vigoroso e rischioso. Più nudo, insomma.
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