Una partenza mozzafiato questa dei Radio Warszawa. Un avvio leggiadro e fluttuante cadenzato da batteria e suoni sintetici che man mano crescono d’intensità infilandosi in un mondo di suoni che rasentano, in alcuni tratti, quelli dei Giardini di Mirò e dei Cure. Un viaggio che in “Distances” cambia percorso tramutandosi in sonorità dell’indie-rock più rock cantato in inglese, così come le calde emozioni elettriche di “Anne Katherine” accostabile al mood dei primi Radiohead . Un sound conturbante e magnetico come quello di Warszawa, caratterizzato dall’uso ipnotico del sinth. Il rock diventa più ritmato in “Transmission”. Da “Finale di partita” però è come se iniziasse a suonare un altro gruppo. Il sound resta possente e incisivo ma l’indie rock si sposa con l’italiano che non convince totalmente. In “Regret” si torna a cantare in english: qui si abbraccia una chitarra acustica e ci si imbatte nelle tipiche ballate degli Smashing Pumpkins. Continuerei a percorrere la strada cantata in inglese. Penso sia perfetta.
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La recensione II di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-11-20 00:00:00
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