Frequenze basse e ritmi ipnotici per accompagnarci fino alle fondamenta del nostro spirito.
Una spianata di bassi caldi e ipnotici ci accompagna fin dall’inizio di House-Home, nuova uscita del producer Isoneph, al secolo Mario Buoninfante. Si tratta di un sentito omaggio al mondo dub e trip-hop: le frequenze basse la fanno da padrone, avvolgendo suadentemente l’ascoltatore come un caldo cappotto in una Londra fredda e ventosa. I sampling, altro elemento portante del disco, trasportano in una dimensione onirica, dove frammenti di discorsi apparentemente incoerenti si intrecciano sui loop ritmici delle basi. L’effetto è quello dello straniamento delle metropolitane, quando le note riprodotte negli auricolari si mescolano con diversi spezzoni dei discorsi che avvengono intorno a noi. Non è un disco di hit create con l’obiettivo di appiccicarsi al cervello. È piuttosto una colonna sonora compassata e avvolgente, studiata per inserirsi senza troppo clamore tra le pieghe del nostro tempo e permearlo così di strisciante inquietudine.
Le ultime tre tracce del disco consistono in remix di un’unica traccia, Roobois. A voler essere pignoli, questa scelta limita un po’ l’espressività del disco, in quanto ci si ritrova a sentire per quattro volte lo stesso pezzo, pur se in forme diverse. Compensa il fatto che i tre musicisti coinvolti riescono a gettare un’intrigante prospettiva sulla traccia, in particolare Guybrush e le sue atmosfere glitchate, estremamente debitrici alla liquidità del primo di Nicolas Jaar.
In conclusione, House-Home è un disco piccolo che riesce a suonare molto più grande di quello che è all’apparenza. Sta all’ascoltatore decidere se e quanto approfondire le trame ipnotiche di Isoneph.
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La recensione House-Home di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-16 00:11:52
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