Avete presente quella scena di "...continuavano a chiamarlo Trinità" in cui Terrence Hill prende a sberle il pistolero Wild Cat Hendricks chiudendo questo esiliante tornado di ceffoni con l'intramontabile battuta "Non ci hai capito niente, vero? Te lo rifaccio se vuoi..."?
Il primo ascolto di PIZZA di Le Canzoni Giuste è un'esperienza sensoriale molto simile a quella vissuta dal personaggio interpretato da Tony Norton. Il nuovo singolo dell'estrosissima band abruzzese è come una puntata di Blob: una serie di frammenti apparentemente slegati tra loro ma in grado di raccontare con la precisione di un bisturi tutte le storture e mostruosità che abbruttiscono l'Italia.
In meno di due minuti, Le Canzoni Giuste passano infatti dal maschilismo tossico che funesta ancora oggi i media nostrani ("Non credevo fosse sessista dare della troia a una giornalista") ai discorsi da italiano medio che imperano nei bar di tutto lo Stivale ("Stasera seratina, tutti a caccia di vagina/Mammina dammi il cash per giocare le schedina/Madonna quanto costa la benzina") con una facilità e una naturalezza davvero sbalorditive.
Tutto questo accompagnato da continue incursioni sonore che entrano a gamba tesa sul pezzo, come il motivetto della tarantella napoletana o una carrellata di frammenti televisivi del neo-defunto Silvio Berlusconi. PIZZA è una folle torta musicale multistrato, guarnita da un altrettanto scellerato pot-pourri sonoro, frutto di una combinazione tra alternative hip-hop, hyperpop e rock demenziale.
Una breve ma irresistibile perla satirica, in grado di farsi beffa delle assurdità di un Paese che sa essere sublime e becero allo steso tempo. Perché, in fin dei conti, "Cazzo ce ne" della corruzione, del pressappochismo, del degrado e dell'ignoranza che imperano in Italia? Tanto alla fine c'è la PIZZA!
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