Tra funk e kung fu, una rilettura delle colonne sonore dei film di arti marziali anni '70
I Larry Manteca si sono mossi con spirito enciclopedico nell’ormai vasto panorama che da anni, a partire dalla valorizzazione delle colonne sonore italiane, riprende ed omaggia la musica del cinema “di genere”. Blaxpoitation, cinema erotico, poliziesco, western e sci-fi, il progetto fondato da Alessandro Paioli (nato, non a caso, come videomaker) e Riccardo Danieli è passato, a suon di titoli esagerati, a metà tra l’omaggio e la parodia (da ‘Zombie mangingo’ a ‘)Mutant virgins from Pluto’) praticamente tutte le estetiche classiche dell’epoca d’oro del film di genere. Mancava praticamente solo il cinema di kung fu e ‘Bangkok Fury’, manco a dirlo, continua sulla stessa falsariga dei precedenti guardando all’esplosione di Bruce Lee ed epigoni che ha investito l’occidente sul principio degli anni ‘70.
Le sette ‘Sequences’ che compongono sono essenzialmente un concentrato di funk, elettronica retrò, sonorità della tradizione asiatica: flauti e percussioni si alternano a sintetizzatori e sezione ritmica in sequenze dalla forte sensibilità cinematografica, che alternano momenti interlocutori a groove incalzanti. Un po’ come nel classico ‘I tre dell’Operazione Drago’ (‘Enter the Dragon’) primo film di Bruce Lee con una produzione americana (e purtroppo ultimo girato dall’iconico lottatore), impreziosito dalla colonna sonora di Lalo Schifrin, l’Oriente e la cultura delle arti marziali sono filtrate da una prospettiva schiettamente occidentale, e in fondo va bene così.
‘Bangkok Fury’, con lo stesso spirito che abbiamo visto nei primi Calibro 35, omaggia con leggerezza e un pizzico di autoironia, favoleggia con lo stesso sguardo sfrontato e ingenuo dei ‘70s per restituire quel senso di tensione, dinamismo ed esotismo di tanta parte del cinema di genere, declinandolo con cura e buone intenzioni all’estetica del cinema di arti marziali.
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La recensione Bangkok fury di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-08-29 23:32:15
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