Flusso di pensieri in musica davvero molto intimo, forse perfino troppo
Elio di Methos è un disco a due facce, una splendente, l'altra più umbratile; partiamo proprio dalla seconda. Come anche si legge nel comunicato stampa, questo lavoro dell'artista livornese è rivolto alla propria (auto)biografia di persona e, appunto, di artista e questa non può che essere una bella notizia: è sempre, perlomeno, interessante quando qualcuno che canta, suona o comunque fa arte intraprende un percorso di "confessione" tramite il proprio "canale di comunicazione" preferito. Ecco, al netto di questo, mi pare che questo album sia davvero un po' troppo intimo ma non nel senso che sveli chissà quali "verità" su Methos quanto perché, almeno questa è stata la mia impressione, "è troppo rivolto all'interno e poco all'esterno".
Ed è un peccato perché nelle liriche di Methos, e qui arriviamo alla parte splendente, c'è tanta bellezza o comunque una "quantità" bastevole per essere presentata al di là delle "quattro mura" della propria anima. Nell'indie-pop acustico con vena cantautorale, ci sono delle piccole gemme come "Pensieri", la mia canzone preferita che rischiano di venire (quasi) soffocate dall'intimismo di cui sopra un po' troppo esagerato. Dai Methos, il mondo è tuo: vai fuori dalla cameretta, mettiti in piazza, parla con i tuoi amici e ridi: la tua musica sarà migliore perché tu di cosa da dire, e da cantare, ne hai.
"Elio è il più grande progetto autobiografico di Methos. In questo brevissimo album di otto tracce, l'artista si mette completamente a nudo su strumentali acustiche, per stimolare empatia e riservatezza, sensazioni suggerite già dal primo verso del primo brano: " sono come il silenzio, parlo solo con chi mi sa ascoltare". Le otto tracce sono brevi, spesso senza una struttura, proprio come un flusso di pensieri".
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La recensione Elio (Interludio) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-08-05 07:09:04
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