Non è mai semplice reinterpretare o manipolare – per quanto a piacimento e in linea col proprio gusto e con la propria esperienza personale – un brano ambient sperimentale. Figurarsi un'intera opera magnificamente spiritual-concettuale come Fu un lampo magnifico! di Stefano Orfeo Meneghetti, magnificamente dispiegata su due sole suite da venti minuti l'una e, di conseguenza, intrise di cambi di umore, cifre stilistiche, approcci al concetto stesso di suono significante e percorsi umani estranei all'idea corporea dell'essere qui e ora per dirigersi verso possibili universi alternativi in cerca di un divergente respiro interiore.
Eppure, a quanto pare, l'esperimento è decisamente riuscito se in un album di remix come Fu un lampo magnetico! il campo da gioco risulta essere talmente vasto da far gridare di gioia per libertà di espressione e reale possibilità di realizzazione per ciò che riguarda sia una reinterpretazione che una reale e concreta reinvenzione compositiva sulla base di materiale esistente ma già, di per sé, incline a un coscienzioso rimescolamento e rimodellamento di idee e rispettive coniugazioni sensoriali.
Entrambe le composizioni precedenti, Fu un lampo magnifico e Tam dao ascolta il silenzio, riescono a godere perfettamente, infatti, di preziosissime e genuine meiosi che ripartono da dove l'ultima opera del nostro aveva lasciato impronte animistiche e cerebrali grazie all'intervento, su forma e sostanza, di reali eccellenze di settore, provenienti da parti del mondo anche geograficamente molto distanti ma, al contempo, vicinissime sul profilo strettamente umano rivolto alla demarcazione di ogni potenziale confine ideologico o anche solo in termini di approccio artistico.
La corposa e stratificata sperimentazione ambient miscellanea delle composizioni di partenza, dunque, si avvale dei radicali interventi di Satoshi Imano e Hiroki Ishikura che fanno di Fu un lampo magnifico qualcosa di perfettamente proponibile sia per escursioni trance-techno che per psichedelie da dancefloor ridondante ma ricco di significazioni kraftwerkiane tra le righe (la versione del primo), senza rinunciare comunque a ulteriori aperture spiritual-lisergiche di matrice similmente ambient ma di traduzione magistralmente sintetico-orchestrale da respiro meditativo virtuale (la versione del secondo), di pari passo con l'approfondimento battiatiano (sia per riferimento diretto alle opere più sperimentali – Clic e Campi magnetici in primis – che per collage strutturale basato su riflessioni del compianto compositore siciliano) offerto in parallelo dal saggio intelletto di Chiara Costanza.
Per Tam dao ascolta il silenzio intervengono daWad per un ulteriore apporto ritmico che porta tutto verso lidi ambient-IDM, Errorbeauty per un necessariamente esorcizzate excursus in territori dark-death-techno-drone ambient (non può esserci godimento di luce senza percezione del buio) e Luca Urbani (ex Soerba) per una cornice concettualmente a metà strada fra new age ed elettropop che concorre a chiudere il cerchio su quello che è un vero e proprio gioiello di inventiva e comunicazione sensoriale.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.