Ci saranno altre sere come questa?
Ci saranno altre epoche come quella?
La scena punk hardcore italiana ha senso di esistere ancora?
Rispondete a queste 3 domande e otterrete la recensione del disco nuovo dei Frontiera. E anche voi sarete “Pseudo-Giornalisti per un giorno”. Per carità nessuno tocchi i Kina e la loro storia, né tantomeno Alberto, Robertino e Sergio e la loro frontiera, ma ne è passato di tempo. La crescita è zero come i capelli del mio amico Claudio, ma la capacità di creare rumore è forte. Lì non ci piove. E non ci sono nemmeno ombrelli per proteggersi dalle schitarrate spedite sui bridge prima che il ritornello mezzo-nostalgico entri a far la sua parte. Tututututututut-t-t-t-tututuuaaah tumtutut-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-t-tuuaaaaaaah. E poi frasetta ad effetto (20 anni fa) e daccapo. Certo un gruppo così dovrebbero studiarselo quei quattro moscerini dei Finley e i loro amici di birra (o Coca Cola?). C’è da imparare. Per questo lo definiremo “disco da cattedra”, cioè che insegna qualcosina più che sconvolgere. Prendendole così le 5 tracce di “Sulle Impronte dei Giganti” hanno il loro esito costruttivo. Frontiera è un trio di cazzuti ancora alla ricerca di un solo momento per credere e ricominciare. Capito come stanno questi?
Bene, fermi, ma bene. Batteria spaccata dalle solite due esili bacchette, pagine dello stesso giornale girate e riempite, e amore. Ma non è il 1982. L’incolmabile bisogno di raccontare è comprensibile ma non rompetemi il cazzo se considero questo disco: vecchio. Nel senso di attempato. In più il cantante, che non fa Paul “H.R.” Hudson di nome, si astiene dall’utilizzo della sua forza per marcare il “nuovo”. Appunto perché quella è un’energia che difficilmente si trova nei tabaccai all’uscita del metrò o nelle mutandine trasparenti di una sconosciuta. Per cui resta la lezione dottrinale per la classe di addetti al settore e un regalo all’underground punk hardcore di tarda data. E smettetela di farvi domande che la risposta è nel vostro stesso stupido quesito. O quasi.
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La recensione Sulle impronte dei giganti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-04-24 00:00:00
COMMENTI (9)
Premetto che non ho nessuna intenzione di fare polemica, in fondo ognuno pensa quello che vuole e io non me la prendo per questo, ma credo sia giusto dire ancora alcune cose. Bene, parliamo dal punto di vista musicale: Quella 2 giorni di concerti ti ha deluso.
Detto questo, non potevi aspettarti due giorni di concerti stile anni 80. I Kina non esistono più dal 97; ora io suono con i Frontiera. Vedi, semplicemente succede che hai visto i Frontiera nel 2006 e hai parlato dei Kina come li hai idealizzati tu (che avrebbero dovuto fare questo si e quello no), e questo è sbagliato.
Tu puoi avere dei tuoi gusti personali e dire che preferivi quei concerti a certi di oggi. Comunque oggi quei concerti non sarebbero più ripetibili e non puoi sapere quali sono i motivi per cui io decido di suonare o di smettere di suonare.
La scena che hai conosciuto, ora non è più così. Semplicemente tutti, io come te e come gli altri, abbiamo continuato a vivere e siamo andati avanti.
Per concludere, anche qui senza offesa, vorrei dirti che chi guarda quella foto non vede scritto a fianco “Ron asheton e Iggy pop”, ci vede il tuo pseudonimo. Tu credi veramente che tutti quelli che la vedono pensano “ah, guarda, Ron asheton assieme a Iggy Pop”?
Con questo è tutto e ti ringrazio per la franchezza.
Ciao
Si , condivido.
quindi condividi con la rece?
La foto rappresenta Ron asheton ed Iggy pop durante un concerto.
Il mio discorso era riferito alla musica ed al suo contesto.
Ovvero che forse era meglio chiudere alla grande una carriera all'apice del movimento punk-hardcore.
I kina erano un grande gruppo in un grande contesto , quello degli anni 80 punk , quelli del granducato hardcore e del virus.
Quella 2 giorni di concerti a cui voi avete partecipato ha un pò deluso , anche per il fatto che molta gente che era la aveva 40 anni e si è resa conto che proposta nel 2006 quella musica e quel movimento non aveva più molto senso , perchè appariva un pochino(senza la minima offesa)come dei quarantenni che non sanno accordare una chitarra e che fanno passare 5 minuti di silenzio tra una canzone e l'altra.
Io sono cresciuto ascoltando i Kina , i putrid fever , i Traumatic , i ccm , ma voglio tenere quel ricordo a quando avevo 14\16 anni , concerti favolosi e violentissimi , potenti.
Diciamocela tutta:se i Velvet Underground del 1967 facessero un concerto ora non avrebbe molto senso.
Ciao
In effetti quello fu un concerto poco felice, ma la frase di Alberto era assolutamente ironica e riferita al fatto che comunque bisognava smettere per non creare problemi agli organizzatori. Tirarla in ballo in questo modo mi sembra un inutile pettegolezzo per spargere un pò di letame. Se non l'hai capita all'epoca, visto che eri presente, è inutile che te la spieghi meglio io adesso; avessi almeno detto che hai ascoltato il disco non ti piace! Beh, non so che farci; daltronde neppure a me piace la foto che tu usi, che forse è più imbarazzante di un concerto andato storto un anno fa; non ce l'ho per quello che dici, ma per quello che insinui.
Passando invece al discorso sugli anni 80, non ci sarà mai più niente di simile. I gruppi nuovi che oggi vogliono o credono di suonre la musica come noi la suonavano all'epoca, dimostrano entusiasmo (e sono molti quelli che mi piacciono), ma se io suonassi solo i pezzi di quegli anni, allora si che suonerei musica vecchia e mi sentirei come un nostalgico juke box (comunque d'ogni tanto mi diverto ancora farlo); spero che su questo tu possa essere d'accordo con me. Suonare e mandare in giro la propria musica vuole dire esporsi ad un giudizio e questo non mi spaventa e non mi da fastidio, fa parte del gioco e poi nessuno lo fa per professione; ci sono serate che vanno bene e altre che invece fanno schifo, proprio come ci sono posti dove vieni trattato da persona umana, con un impianto, un pasto, un materasso per dormire e un rimborso che ti permette di pagarti benzina e autostrada per tornare a casa e altri posti dove invece non c'è niente di tutto questo. A volte canti la canzone che tutti vorrebbero sentire, altre volte canti la canzone che piace solo a te. Per evitare tutto questo, l'unica alternativa sarebbe non fare niente, ma io non ci riesco. Ciao
il concetto dietro la recensione è validissimo.. è pure scritta semplice e bene... e che i frontiera sono vecchi, condivido.
Io mi ricordo di loro una frase del cantante durante un concerto nel 2006:
"Scusate se dobbiamo smettere di suonare ma l'organizzazione aveva il permesso fino all'1 ed abbiamo sforato.Comunque nonostante questo noi siamo dei veri ribelli , dei veri punk"
Il pubblico(composto anche da molti punk) restò ammutolito.
Il fatto secondo me è questo:
Avevano suonato un concerto imbarazzante a livello tecnico , veramente orribile e nel 2006 erano ridicoli e purtroppo quella sera in tanti (e gli stessi organizzatori) , si resero conto di questo.
Però amici miei negli anni 80 , insieme a TRAUMATIC , C.C.M , putrid fever erano tutto , CAZZO.
in effetti non ci saranno piu serate come questa ne epoche come quella. bravo michelino. :)