L'estate, i tormentoni, l'arte popolare, le radio, le birrette, i lidi, salsedine, sapore di mare, nel blu dipinto di blu, figli di Vanzina, figli di Annalisa e Fedez, e l'elenco può continuare a lungo, per descrivere a parole, prese singolarmente come monadi, quello che vorrebbe contenere Puglia, il wannabe tormentone estivo del trio Gatsby Cartesio MallGa. Nulla di male contro tutto ciò, le linee editoriale, i dischi venduti e gli ascolti sulle piattaforme sono cose legittime e necessarie per alcune fette di artisti, ma riproporre nell'estate di Disco Paradise una sorta di copia di Disco Paradise suona come strano e affascinante masochismo.
Sia chiaro, Puglia funziona sulla carta come canzone dell'estate generica, ma manca qualcosa che la renda non tanto memorabile, quanto riconoscibile. I riferimenti alla regione del sud Italia arrivano tutti insieme nel finale, compressi in una sequela di citazioni leggermente pigre e nemmeno troppo ricercate.
A interrompere l'effetto Annalisa-Fedez ci pensa lo stesso Gatsby, che inserendo nel brano qualche barra da mestierante fa eco a Dargen D'Amico, sempre per tenere le cose in famiglia. Avendo la capacità di individuare con questa semplicità gli elementi base nel pop da classifica, ci si aspetterebbe un passaggio ulteriore, per cercare una cifra stilistica personale, anche nella musica d'evasione, quale Puglia prova ad essere.
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