GOV
Iridescenza Polvere Ombre 2023 - Rock, Elettronica, Alternativo

Iridescenza Polvere Ombre
19/09/2023 - 11:11 Scritto da Stefano Gallone

Sentire di voler dire qualcosa in musica non implica automaticamente avere la destrezza necessaria per farlo. Un album come il nuovo dell'italo-berlinese GOV ne è una testimonianza pressoché diretta

Avere idee in un mondo artisticamente piatto come quello nostrano di questi giorni è cosa indiscutibilmente nobile, ma serve capacità e decisamente più ingegno in sede di tessitura delle trame sia sonore che verbali se si vuole davvero emergere da un progressivo livellamento che rischia continuamente di raggruppare infiniti nuovi nomi sotto la consueta scure dell'indifferenziazione dal resto della ciurma. Non sembrano rendersene conto, purtroppo, le pur sincere ma ancora acerbe e quasi amatoriali dinamiche di partenza attraverso le quali un'opera come Iridescenza Polvere Ombre, nuovo album dell'italo-berlinese GOV, decide di compiere i primi passi su una lunga distanza percorsa con elementarità sonica e scarsezza di contenuti, presenti ma relegati a una forma comunicazionale dialetticamente insufficiente (Quando vai giù). Con simili basi portanti, anche il più puro desiderio di stratificazione in sede di arrangiamento attraverso considerazioni di stampo elettronico finisce per arenarsi in staticità sostanziali che incrementano la dose di eccessiva semplificazione complessiva attraverso trattazioni liriche che vorrebbero ferire ma scadono in deficitari luoghi comuni (Brutto milanese).

Proprio il dato elettronico permette alle sorti di risollevarsi temporaneamente grazie a una parallela e più lucida predisposizione cantautorale (Jaja), ma non basta a tenere a bada eccessi di presenze chitarristiche fuori luogo, eccessivamente altalenanti, dal suono sbagliato e fin troppo ridondanti (Eri me ma un po' ovunque compaiano linee non unicamente ritmiche). Ulteriore sincerità è inscritta anche in un buon formato ballad ma, ancora una volta, a dominare l'ascolto è una scelta sonora complessivamente sbagliata e mal pesata quanto a equilibrio degli strumenti in sede di mix (Cuore mio), per quanto parzialmente riassestata da unici e fugaci frangenti realmente interessanti in termini di sonorità e struttura architettonica (Colla) assieme a certi approcci mainstream elettro-pop onestamente non disprezzabili (Vivi con me). Ma non è sufficiente, questo, a tenere a bada la scarsezza globale riscontrabile nell'opera in sè vista nella sua totalità.

Turando le somme, dunque, non ci siamo. Va più che bene e ben venga – ci mancherebbe – l'urgenza espressiva e la sincerità di intenti nel porre in essere le proprie argomentazioni tanto sonore quanto discorsive, ma le cose vanno fatte con criterio e consapevolezza dei propri mezzi. Qui c'è qualcosa da dire e si sente, ma il modo in cui vengono disposte le pedine sulla scacchiera, in tutta franchezza, rimane ancorato su livelli decisamente insufficienti. Se si sente di avere in mano una manciata di buone canzoni, sarebbe meglio affidarsi a qualcuno di mestiere che possa aiutare a costruire involucri accettabili e, dicendola tutta, imparare a scrivere seriamente per cercare di emergere – se lo si vuole davvero – da una basilarità che rischia di rendere il tutto fin troppo banale se non proprio imbarazzante.

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