The Whistling Heads
Dull Boy 2023 - Alternativo

Dull Boy
02/10/2023 - 16:29 Scritto da Stefano Gallone

Alla nuova prova in studio, i siciliani The Whistling Heads proseguono lucidamente il proprio discorso stilistico sulla scia di un post-punk direzionato verso sponde alternative e semi-noise

Nuova esperienza in studio per il quartetto siciliano The Whistling Heads che ben continua a seminare e far germogliare il proprio terreno d'azione tirando l'acqua al mulino di generi magari un po' abusati quali il punk e il rock alternativo nella sua accezione (non particolarmente) noise ma, per contro, mai del tutto semplici da governare nell'intenzione di farne base portante per lo sviluppo di una precisa e longeva personalità individuale.

Il nuovo album Dull boy, infatti, arriva a confermare la saggezza con la quale Alberto Zaccaro e soci traggono spunto dalla loro storia sia musicale che personale, senza aggiungere nulla di particolarmente innovativo o sorprendente al già corposo bagaglio intuitivo ma, al contempo, confermando qualitativamente la band tra le più interessanti proposte di una fetta di panorama underground nostrano per curiosità di esplorazione (seppur a medio raggio) e caparbietà di trasposizione nero su bianco.

Un'introduzione (a cui farà da tassello complementare una rispettiva chiusura) quasi a metà via tra Carpenter e lo scrutinizer zappiano conduce gradualmente l'ascolto verso rive post-punk volentieri in comunione semantica con interessanti diramazioni neo-garage (Shoot shoot, October) che si immergono anche in leggere suggestioni post-wave (Keep safe, Brand new friend) ma non senza passare per studi melodici comunque debitori di primogeniture alternative-noise (Peaceful warning).

I risvolti più ipoteticamente crossover percepibili in un simile approccio emergono alla luce del sole tanto attraverso comunità alt-art-funk (Teenage cliché) quanto sulle spalle di recuperi punk a stelle e strisce condotti al traguardo sulla scia di coscienziose impostazioni compositrici più dedite alla ragione culturale che istintive (Denial), ed è un pregio se poi la dichiarazione di intenti rimanda potenzialmente a una concezione relativamente british del tutto (Not funny) pur senza mai dimenticare le ispirazioni originariamente più seminali.

Malgrado un po' di ripetitività nella pur notevole e coinvolgente forma complessiva, siamo dinanzi a un buon lavoro d'insieme che ben si predispone come tassello aggiuntivo lungo un percorso molto ben architettato e seriamente condotto verso i propri scopi e le proprie idee di senso e contenuto.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.