Al netto della modestia, una bella impalcatura sonica. Voglio proprio iniziare così questa mia recensione di Rumani, nuovo disco di Marco Crupi perché, al netto di qualche imprecisione, ho trovato il lavoro dell'artista siciliano sicuramente degno di nota nonostante, a mio avviso, "l'esagerata" propensione al nascondersi dello stesso compositore. Già perché se uno è in grado di assemblare una traccia come "Sand", un, almeno per me, ottimo esempio di musica elettronica fatta bene, non ha molto senso "fare il modesto", bensì affermare con viva forza la propria arte. Un'arte, intendiamoci, molto sperimentale e di confine, quindi non per tutti, ma che proprio in questa sua particolarità, trova la sua forza.
"Questi otto brani sono stai scritti nel periodo tra il 2020 e 2021 .. sono i primi brani che ho composto appena intrapreso questo nuovo sentiero sonoro.. Rispetto al precedente " NON CI RESTA CHE FINGERE " racchiude sonorità differenti ma sempre legate dalla mai curiosità di sperimentare. Il titolo vuol dire " DOMANI " in siciliano.....ho dato questo titolo per ricordarmi i colori e gli odori di quella terra magica che risponde al nome di Sicilia. A voi l'ascolto...".
"Le undici e mezza" è un degno finale di un disco ottimo, non il migliore dell'anno, e ok, ma sicuramente tra quelli da ricordare.
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