Sonorità pop, testi moderni e una voce che sa interpretare bene gli argomenti e gli stati d'animo delicati di chi vive la propria vita nel presente. Provare per credere!
Mutismo selettivo è il nuovo lavoro di Washmachine, artista napoletano attivo con questo nome dal 2018.
Si tratta di una raccolta di dieci brani pop con una deriva indie italiana. Stiamo parlando di un disco le cui canzoni sono state scritte in un arco di tempo di quattro anni in cui si tratta di ansia del guturo, incomunicabilità, aptaita, alineazione delusione amorosa e non.
Un disco in cui insomma si condensano gli argomenti standard del cantautorato contemporaneo.
Si parte con Non c'è, un'intro di poco più di un minuto intonato da un coro seguito da pianoforte e pad e che vorrebbe introdurci testualmente al disco con un elenco di "mancanze".
Canzone parte senza intro, con basso batteria e chitarra acustica già in tiro. Ci assale una valanga di parole, una metrica strabordante che si va allargando un po' col salire di registro della voce, subito ben piantata al centro dell'attenzione, sicura e carismatica. L'arrangiamento qui vede un ensemble abbastanza standard con l'aggiunta nei ritornelli di chitarre elettriche ben pettinate e tastiere.
Falso contatto parte con una figura di batteria un po' più complessa e un bel suono di rullante in primo piano. Il gioco dell'arrangiamento è a svuotare nella strofa per andare a riempire nelle transizioni e nel ritornello. Si inizia a sentire la volontà di tenersi al passo coi tempi al livello di suoni sintetici di tastiera, su un impianto che rimane comunque molto ben curato, ma con suoni standard, senza troppa ricerca all'infuori dei synth.
Il vuoto siderale - intro vuol fare da intro alla canzone successiva anche se forse non se ne sentiva il bisogno e le cui modalità di sovrapposizione di frasi che si ripetono non aggiunge molto all'economia del disco.
Il vuoto siderale, come preannunciato, ha poco a che fare con l'intro che l'ha preceduta. Si tratta di una canzone che ritmicamente si presenta molto inquieta, soprattutto per la figura ritmica del kick della batteria, mentre armonicamente e melodicamente si distende con molta morbidezza, senza grandi spigoli e questo contrasto armonico - ritmico funziona bene.
Mutismo selettivo inizia quasi sottovoce, con un suono di keys che preannuncia una modalità compositiva del testo simile l'intro de Il vuoto siderale in cui la ripetizione di alcune frasi vorrebbe diventare una modalità di arrangiamento che però in realtà non riesce a dare il movimento che si prefigge, così la canzone vive di una stasi evitabile, un momento vuoto che non aggiunge valore alla tracklist.
Evanescente - Parte 1 inizia inscatolata in un filtro da vecchia musicassetta con le frequenze medie ben in vista. Arrangiamento pieno e graffiante, con un hi hat semiaperto che dona peso specifico alla batteria. Non è un pezzo veloce, ma musicalmente potente, che richiama l'attenzione di un ascoltatore che ha rischiato di perdere con la canzone precedente, troppo statica.
Evanescente - Parte 2 è l'assoluto contraltare musicale della prima parte. Pianoforte percussivo e pad su una voce che viaggia bene e poi batteria essenziale con suono di organo e key acida che sottolinea gli strumentali. La canzone gira bene e il cambio di sound è azzeccato.
Gorilla coi magoni è una ballata energica in cui anche l'equalizzazione della voce si scurisce rispetto al resto del disco. Una canzone che parla di disillusione, un arrangiamento che riesce perfettamente a dosare la sua pesantezza in accordo col testo.
Si chiude con Rhythm is the king, canzone che parte con due chitarre ben effettate e una batteria che pulsa subito insieme al basso. Peccato per la saturazione della voce che non rende comprensibile il testo.
In conclusione Mutismo selettivo è un buon disco con attitudine pop, con dei testi che funzionano bene su più livelli e con un lavoro di arrangiamento certosino che, nonostante l'inserimento di suoni elettronici e sonorità in qualche modo acide, sembra comunque prediligere come base d'appoggio delle fondamenta più classiche come la batteria acustica, il basso elettrico e il suono delle chitarre che, volente o nolente, risulta più caratteristico negli arrangiamenti dei suoni di synth.
L'ascolto risulta fluido e le dinamiche della tracklist sono pensate in modo da mischiare spesso le carte non permettendo così all'orecchio di stancarsi e all'ascoltatore di annoiarsi. Il lavoro di produzione risulta quasi sempre puntuale e ben fatto ad esclusione del trattamento della voce nell'ultima canzone, dove per accentuare una sonorità, si è scelto di sacrificare totalmente l'intelligibilità delle parole del testo.
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La recensione Mutismo Selettivo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-12 16:49:56
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