Sharada
My Syndrome 2023 - Rock, Metal, Alternativo

My Syndrome
10/10/2023 - 14:59 Scritto da Stefano Gallone

Buona la prima per i calabresi Sharada in un crocevia tra metal, grunge e stoner all'insegna di un groove granitico ma anche universalmente coinvolgente

Perfettamente in grado di mettere in campo e gestire adeguatamente ogni singola caratteristica sia individuale che collettiva, il trio calabrese Sharada approda al primo album ufficiale con tanta consapevolezza di mezzi tecnici ed espressivi messi al servizio di una ragione sociale che non fa sconti di sorta quanto a compattezza di idee e durezza complessiva pur tentando, saltuariamente, di rendersi appetibile per un udito anche esterno agli apprezzamenti di genere.

In un'opera come My syndrome, la questione viene subito messa in chiaro dalla consistenza e dalla graniticità dei sontuosi riff con cui la title track apre le danze su affascinanti abissi a metà strada fra Soundgarden, Pantera e Tool della prima ora, ma si fa subito viva anche un'attitudine alternative-hard-rock di stampo potenzialmente post-grunge a stelle e strisce (un po' Stone Temple Pilots e un po' Creed) di notevole impatto e attrattiva sostanziale (Veronica).

È da qui, probabilmente, che maturano anche filoni relativamente semi-sludge ma con più attenzione a mantenere sempre vivo anche un certo stile positivamente catchy del progetto (Breeze), ma è vero pure che la qualità del tutto passa anche, se non soprattutto, attraverso il lasciarsi andare alle vere passioni di derivazione, talvolta rappresentate dal più genuino e sanguigno groove-grunge-metal (Life is deaf, splendida sia per scrittura che per arrangiamento), altrove evidenziate da una aggiuntiva – e fondamentale – diramazione post-stoner-metal sempre lucidamente intrisa di senso del groove e della più coinvolgente gestione delle strumentazioni (Killer in you ma soprattutto Cold Water, altrettanto splendida per gli stessi motivi e anche per qualche ammiccamento a pur fugaci traduzioni djent).

Il binario di fattura più comune e radiofonicamente condivisibile viene recuperato attraverso ulteriori diramazioni alternative comunque non di poco conto (Routine) che provano anche a miscelare, fin dove possibile, elementi psichedelici, acceleratori grunge, tratteggi groove, sprazzi a tratti semi-noise (Cement) e, addirittura, volenterose similitudini hardcore punk (Speed), ma è la corposità precedentemente descritta a mettere davvero tanta carne sul fuoco per una band che, nonostante sia alla prima esperienza in studio, dimostra già di avere tutte le carte in regola per garantire sia divertimento che concretezza sonora (e concettuale) su palchi anche internazionali.

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