Ho molto apprezzato la redazione di Rockit per il fatto di avermi affidato la recensione di questo disco degli Human Colonies un po' perché, oggettivamente parlando, il lavoro è proprio interessante e un po' perché essendomi occupato della review di Starfield dai "cugini" di Dailybest (qui la mia recensione), mi pare proprio di essere in continuità assoluta.
Già perché Kintsukuroi è sci-fi allo stato puro, però nella sua variante sonica e "rumoristica", grazie al lo-fi propugnati dai ragazzi della Valtellina che a questo giro pur con qualche sbavatura, che a mio avviso arriva in fondo al disco, compiono un bel salto in avanti. Un pezzo, giusto per citarne uno e uno solo, come "Relocate" è un gran bel pezzo, una traccia che mette in mostra tutta la "loro" natura di essere band e tutte le loro qualità.
Un disco, perciò, che davvero, tra alti e bassi, racchiude molto e se dovessi individuare una e una sola qualità (tra le tante qualità eh, lo voglio ribadire) sarebbe il senso di appartenenza. Esatto quel senso di appartenenza nel fare, mi si scusi il gioco di parole, parte di una band e di avere una precisa, anzi precisissima idea di fare quel tipo di musica lì. Che non è chiudersi ma finalizzare un qualcosa: esatto, proprio come quando si esplorando "le stelle" di Starfield.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.