Godblesscomputers è passato a 823 Records, ha provato a fare un passo verso gli ambienti più cool della musica elettronica, visto che lui all'estero è conosciuto e non solo. Ha provato ed ha colpito abbastanza bene alla prima prova nella nuova etichetta, perchè Faded Views come prima cosa si sposa con un'idea che quasi potremmo definire editoriale, una postura nei confronti della musica, che ha nella compostezza il proprio grido, o sussurro, di battaglia. Lorenzo Nada è riuscito a portare i suoi giochi anche laddove i calori mediterranei non sono di casa, proponendone di nuovi, oceanici, con grandi eco e respiri rilassati.
Sempre intento in un viaggio Godblesscomputers passa dal rischio di alleggerire troppo la mano, facendo scivolare i paesaggi sonori che compongono il suo album in atmosfere chill, ma basta osservare e ascoltare con più profondità per accorgersi che dietro questo pilota automatico ritmico, dietro questo bosco di techno minimale, ci sono le finezze di un artigiano della musica. Tutto è assemblato con estrema dovizia a partire dal duetto iniziale, Colors e Mirrors, dove gli interventi delle voci campionate lasciano una sensazione di vuoto musicato intorno a sé, in attesa che gli arzigogoli col piano elettrico attorciglino tutto, e il basso torni a riprendersi il ruolo egemone.
Quando sembra che il piglio creativo stia scemando ecco che gli elementi si rimescolano, subentra il jazz, scomposto in tromba e piano, come una carezza, la chitarra nitida insegue con pochi accordi e un piglio funk estremamente rilassato. Piglio funk che arriva più marcato nel singolo del disco, You Feel Me, prima che Above The Lake, una perla notevole, non inizi a portare la pioggia. La voce accompagna con alcuni monosillabi vocalici sparsi, dal ritmo si crea una danza che ha come protagonista la chitarra classica. Latin-folk-jazz-computers.
Il racconto di Faded Views è raccolto con grande cura in queste voci campionate, il canto di sirena al servizio di Godblesscomputers, per sussurrare una storia fatta di metafore indecifrabili, che possono solo evocare queste visioni sbiadite, generare ricordi a cui dare un valore. Entrando in contatto con il canto frammentario si riuscirà a scaldare la patina all'apparenza troppo fredda e monocromatica di queste nove composizioni, per gustarne a piacimento la raffinatezza. Lorenzo Nada è tornato, ancora più elegante, a spiegarci ancora una volta che l'arte del campionamento è una cosa seria, e per pochi.
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