L'arco completo di una notte fino all'alba successiva per trovare un'intera vita che scalpita, che lotta e che si evolve accettandosi e accettando ciò che le succede intorno.
Nightliness è il nuovo lavoro di Alessio Sorbelli, artista umbro di ventisei anni con alle spalle la pubblicazione di un ep.
Si tratta di una raccolta di sette brani con sonorità pop rock mutuate dalla musica inglese, un britpop che però non rinuncia ai testi italiani.
Si tratta di una sorta di concept album che inizia al tramonto per concludersi con l'alba della mattina dopo. Un'intera notte in cui si parte da un sentimento che è anche il titolo dell'intero album: Nightliness, un termine che non esiste nella lingua inglese, ma che ha una connotazione ben precisa che si potrebbe forse tradurre con "solitudine interiore notturna" o, meglio "notturnità".
Siamo dentro un viaggio interiore per raggiungere infine forse semplicemente se stessi, la propria America, che in fondo altro non è che la soddisfazione dei propri desideri, dunque l'essere in armonia con se stessi.
Il sound è il punto forte di questo lavoro in cui la batteria svetta per calore e pacca e nella ricerca di figure ritmiche molto più sui fusti che sui piatti. Tanto rullante e cassa in primo piano con un basso che si appiccica al kick e ne completa le frequenze pur mantenendo un suono rotondo e aggressivo. Le chitarre elettriche sono educatissime, forse un po' troppo per quella parte rock che la sezione ritmica sprigiona. Pianoforte e violino completano la sezione armonico-melodica con classe e semplicità.
C'è tanta energia da spendere e la voce cavalca quest'onda con grinta e buona intonazione, muovendosi tra un leggero graffiato e una timbrica pulitissima e un buon uso del falsetto.
Si affrontano diversi temi importanti, come l'incomunicabilità, il bisogno di mostrarsi per non farsi annegare dall'oblio, fino ad una sorta di rinascita sudata e combattuta in cui ci si rende conto che, per dirla alla Battiato "è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire", quindi trovare fuori da se stessi ciò che in realtà coviamo dentro da sempre.
L'intero disco si muove restando costantemente su di giri e forse si poteva a un certo punto rallentare e inventarsi un cambio di passo, magari rinunciare all'intera band per ritagliarsi un momento più intimo che il concept avrebbe facilmente permesso, ma al netto di questo è evidente il bisogno compositivo di restare col piede sull'acceleratore pur mantenendo la melodia al primo posto. C'è sicuramente un'evoluzione nei testi e basterebbe anche soltanto ascoltare la prima e l'ultima traccia per sentire come cambia la tensione e come effettivamente ci sia un'alba con una nuova luce e un nuovo giorno.
Il lavoro di produzione è molto ben fatto e restituisce un sound compatto e potente, forse troppo incentrato sul suono della batteria e poco generoso con le chitarre che appaiono sempre un po' sottotono e quasi sacrificate all'interno del mix.
L'ascolto risulta sempre molto energetico, a tratti adrenalinico e l'intera tracklist scorre via senza intoppi, pur - come detto sopra - senza un cambio di passo che avrebbe forse reso maggiormente giustizia anche ad una voce che è invece schiava di un appiattimento di dinamica per il quale è costretta sempre a spingere e mai a potersi mostrare più rilassata. Alla lunga questo modo di cantare può risultare ripetitivo, anche se le canzoni sono tutte abbastanza veloci e potenti, ma è pur sempre una scelta artistica e va rispettata.
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La recensione Nightliness di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-09-20 12:13:45
COMMENTI (1)
Grazie mille a Francesco per la bella recensione, queste parole ci hanno fatto molto piacere!