Un impianto sonico di altissimo valore
Inutile girarci intorno, questo disco presenta un "impianto sonico" di indubbio valore, vero e proprio fiore all'occhiello di una produzione che se per mio gusto, e lo voglio sottolineare "opinabile gusto" non ha mi ha convinto pienamente, specie nella sua prima metà, è tra le cose più interessanti uscite fuori dal panorama italiano di musica elettronica e sperimentale.
"Anticipata dal singolo Higher – di cui è disponibile anche un videoclip ufficiale – quella di IXVXI è una colonna sonora ideale per veri e propri viaggi tra le costellazioni interiori della psiche, in cui concentrazione e perdita di sé sono facce della stessa medaglia: atmosfere dreamy al limite dello shoegaze, paesaggi sonori immaginari dipinti a suon di beat in continua evoluzione o ripiegati su se stessi in loop ipnotici, campionamenti di vecchi brani jazz alchemicamente trasformati in suoni irriconoscibili fino a divenire portatori di umori e suggestioni musicali appartenenti a tutt'altre galassie. Strizzando l'occhio ai classici della Warp Records e ad artisti quali Apparat e Telefon Tel Aviv per citarne alcuni, Sacrobosco reinterpreta il genere ambient in chiave rigorosamente strumentale, rendendolo espressione di un variegato e multiforme flusso di coscienza".
Se per me la prima parte risulta un po' troppo ridonante, con concetti e arrangiamenti che si ripetono, è nella seconda che il disco "esplode di bellezza", con quell'uno-due rappresentato da "Ghosting" e "Resistance" che è da "Oscar alla carriera subito".
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La recensione IXVXI di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-06 00:00:00
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