Invisible tears A part of all 2023 - Rock, Psichedelia, Alternativo

A part of all precedente precedente

Un po' di sano alternative rock psichedelico dal sapore anglosassone dei tempi d'oro.

A part of all è il nuovo lavoro degli Invisible tears, power trio toscano di cui non ci è dato sapere altro, considerando la più che scarna biografia disponibile sul nostro portale.

Si tratta di una raccolta di nove brani in stile alternative rock con una spruzzata di psichedelia che non guasta mai.
Si parte subito "on fire" con What do you want from me? dove il suono di batteria, aggressivo e crudo la fa immediatamente da padrona prima di lasciare spazzio anche al basso, rotondo e profondo e alle chitarre elettriche. Le voci sono discrete, ma manca aggressività e l'interpretazione è molto lineare, senza grandi dinamiche.

I don't care about you mantiene un alto tasso di bpm e di gain nelle chitarre, ma tende a spegnersi a poco meno di metà della sua durata con un intermezzo strumentale fine a se stesso che dilata e spalma l'energia facendo perdere mordente al pezzo.
Run with her ha un imprinting molto floydiano, una ballata con chitarra acustica che si prende il tempo che le serve (è il brano più lungo della tracklist) per partire, svilupparsi e raggiungere in climax ascendente che, dopo il suo culmine, si lascia andare a rumorismi psichedelici d'altri tempi.

Chitarre in feedback in I'm down che in contrasto con la negatività del titolo, presenta una ritmica e una linea melodica molto serrati e interessanti da seguire. Il suono va rivelandosi molto più acustico di quanto l'incipit non avrebbe fatto credere, anche se nei ritornelli la chitarra distorta si riprende i suoi spazi.
Happy song è una canzone con un potenziale energico straripante che però fatica a venir fuori, forse anche per la voce che fatica a farsi spazio nel sound della canzone e sembra quasi vacillare. Peccato non poter usufruire dei testi di queste canzoni, perché purtroppo non tutte le parole sono comprensibili e non sempre la pronuncia è all'altezza della situazione.
Its' such a feeling è un'altra ballata acustica che si apre con un accompagnamento di chitarra acustica e ancora una volta la voce acquista un sound alla Pink Floyd, così come l'andamento del testo. Bella la chitarra quasi country che duetta con le voci.

Fucked up vede un'intro elettrica ma molto minimale dove la voce si muove per intervalli melodici molto serrati. Si gioca molto con i pieni e i vuoti arrangiativi ma ancora una volta il brano non esplode mai in maniera decisa, stavolta probabilmente non aiutato neanche dall missaggio, molto lineare e con poche macro dinamiche.

I cant' win inizia subito in tiro e qui si sentono echi dei primi R.E.M.
Si chiude con la title track, A part of all, ballata in tono minore con le due voci che duettano, fino a sovrapporsi armonizzando tra loro. Il suono della prima chitarra qui è molto acido e si presta bene a un sound tutto proiettato sulle frequenze medio basse.

In conclusione A part of all è un disco che ha chiaro dove vuole arrivare ma che non sempre ci arriva. Il sound delle canzoni più energetiche sembra sempre non riuscire a venir fuori con tutta l'energia che ha dentro e questo depotenzia molto il loro impatto sull'ascoltatore. Molto meglio il sound delle ballate dove però vengono fuori i limiti delle voci, poco inclini al tecnicismo (e ci può stare, visto il genere abbastanza introverso del sound proposto nel disco) e poco carismatiche, troppo deboli per riuscire a spingere un passo più in là le canzoni. Nonostante questo l'ascolto risulta piacevole ma il rischio che la soglia dell'attenzione cali è reale e non ci sono cambi di passo, ribaltamenti di sound o colpi di scena che rimettano l'orecchio sulla dritta via.

---
La recensione A part of all di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-09-27 16:36:52

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia