Dietro il monicker (a dire il vero non troppo originale) Sonoalaska si nasconde Federica De Angelis, cantautrice romana classe 2000 che con questo terzo singolo continua a raccontare il suo mondo da una prospettiva che potremmo anche definire schiettamente generazionale. Ce lo comunicano un po’ tutti gli elementi: il cocktail di influenze anni zero e contemporanee che si muovono nella produzione di Alessandro Forte, la voce ancora giovane, delicata, che con parole semplici apre uno sguardo sul mondo interiore di una ragazza della generazione Z.
Un mondo in cui siamo introdotti da un arpeggio di simil xilofono, un suono quasi di carillon, a ricordare che ci stiamo muovendo in bilico tra la sfera adulta e quella infantile, dove spesso l’amarezza e la delusione è più forte. Sonoalaska racconta di essere ferita, fragile, con la sua dose di insicurezze, ma al contempo non le manda a dire: soprattutto una sferzata, livorosa ma intelligente, contro un maschio (o più) narcisista ed egoista, contro la filosofia del fuckboy. La tensione accumulata nella strofa si scioglie all’improvviso in un cambio repentino di dinamica e arrangiamento, in un ritornello che quasi droppa, lanciando una melodia efficacecon un retaggio che rimanda ad una lunga scuola di pop femminile ed in particolare ad Avril Lavigne, che aleggia nell’urgenza vocale sostenuta da uno strato di chitarre.
Sul panorama attuale una proposta del genere suona tutt’altro che unica, ma nemmeno manca di sincerità e di un taglio in qualche modo personale. Forse si potrebbe fare ancora di più sottolineando l’elemento pop-punk, al momento visibile solo in filigrana.
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