Un disco che rasenta la perfezione, un sound ricchissimo e una produzione artistica certosina. Ascolto consigliatissimo!
Piacenza, Wisconsin è il nuovo lavoro dei Tryptamin, band piacentina attiva dal 2008.
Si tratta di una raccolta di sette brani in stile alternative rock con qualche deriva progressive. Siamo davanti ad un progetto che è stato iniziato, messo da parte e poi recuperato dalla band e in cui il sound originale viene arricchito espandendone gli orizzonti con inserti di synth pop, new wave ed elettronica.
Con questa grande quantità di suggestioni parte il disco con la prima traccia The Hardest Thing to Quit, canzone lunga più di sei minuti che sembra già essere pienamente esplicativa di un sound che si muove su passi certi e ben calibrati, pur accettando ed accogliendo elementi di contemporaneità come i suoni di tastiere che ne costellano l'arrangiamento.
Caffeine and Tramadol parte con un piano elettrico filtrato e una linea melodica della voce che ha un non so che di perturbante, una sorta di allarme sottopelle che non la fa mai aprire del tutto e getta le basi per il sound elettronico dell'arrangiamento a seguire.
Follower sfora ancora i sei minuti e ancora una volta affianca un suono di batteria molto moderno a colori di chitarra molto più caldi. La voce riesce sempre, grazie ad un timbro molto aperto e frizzante sulle frequenze medio-alte, a farsi spazio con poca fatica, anche perchè non indugia in troppi orpelli tecnici. Le linee melodiche risultano sempre ben studiate e permettono alla voce di non dover andare a contrastare con il resto dell'arrangiamento che, di contro, è stato pensato proprio per fare posto alla voce.
Another Day on the Hillside suona misteriosa, con un bel contrasto tra suoni acuti e scampanellanti e il basso profondissimo, così come la voce che si adagia perfettamente in mezzo a chitarre sinuose e ben effettate. Molto ben gestita la tridimensionalità dello spazio sonoro, ogni singolo elemento ha il suo spazio, scolpito perfettamente a forza di equalizzatori e sapiente panpot.
Faxhall Nights 2001 sfora abbondantemente i sei minuti ma ha un incedere che infonde grinta e ricarica l'attenzione dell'ascoltatore. L'impianto dell'arrangiamento è ancora coerente col resto del disco, con gli strumenti analogici e "classici" ad occupare le posizioni più standard e in vista, mentre le parti elettroniche sono una piacevole integrazione che permette all'orecchio di restare fresco e soddisfatto. La durata di questa canzone è giustificata da qualche fermata e cambio di passo che nelle altre canzoni più lunghe fin qui sentite non sembravano essere particolarmente interessanti. Il vero problema, radiofonicamente parlando è che una canzone del genere va ripensata e condensata in metà del tempo oppure resta una canzone troppo lunga per gli standard di una radio e forse anche per l'ascoltatore medio.
Motherf***ing Bomboclat è una canzone che appesantisce un po' il sound e fa oscillare la bilancia verso il rock, ma non convince del tutto, sembra comunque restare col freno tirato e non aggiunge molto al resto della tracklist.
Si chiude con Way Back Home, altri sei minuti abbondanti che si aprono in fade in su un treno che è già in corsa ma non sappiamo da dove sia partito. Qui il sound torna in equilibrio perfetto tra elettronico e rock. Bella l'apertura del ritornello, sempre molto belli e caldi i suoni delle chitarre, curatissime.
In conclusione Piacenza, Wisconsin è un disco scritto e suonato con cura maniacale, sia al livello di arrangiamento che di ricerca di suoni che di produzione e masterizzazione. Non c'è in tutta la tracklist un virgola fuori posto e questo aiuta parecchio l'orecchio ad abbandonarsi semplicemente alle canzoni. C'è un problema di fondo che però dipende soltanto dalla destinazione d'uso di questo disco: la durata di alcune canzoni: non perché risultino particolarmente pesanti, ma perché si mettono automaticamente fuori da una possibile programmazione radio generalista, a meno che non si punti a versioni radio edit. Al netto di questo unico aspetto, si tratta di un lavoro carico di carattere, saturo di mille strati musicali tutti da scoprire ascoltando e riascoltando ogni traccia. Un lavoro maturo che non fa leva sulla sua scelta di ampliare la tavolozza di colori sonori avvicinandosi anche al pop, ma con intelligenza e umiltà cerca il modo di arricchirsi e contaminarsi di tutto ciò che è bello.
Complimenti.
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La recensione Piacenza, Wisconsin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-16 16:08:06
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