La cantautrice napoletana Federa, al secolo Federica Vezzo, la ricordiamo già qualche anno fa tra gli esponenti di una florida e attiva ondata di cantautorato partenopeo con la predilezione per le sonorità semi acustiche.
Già da tempo, però, sono iniziate le prime sperimentazioni con canzoni beat oriented ed un uso maggiore di elettronica, confluite in una serie di uscite da cui però faticava ad emergere con chiarezza la strada che adesso invece si percepisce, più nitidamente, in questo nuovo lavoro.
Una traccia che in realtà, nome omen, è abbastanza ibrida: nelle sette canzoni scritte e prodotte da Federa insieme a Calmo, ci sono r&b, nu soul, synth pop, elementi della canzone indie contaminata con il rap, house e disco funk partenopea amalgamati da un’elettronica leggera e parecchio suonata, con una forte presenza di chitarre e tastiere, che ondeggia tra ritmiche in quattro, beat dal sapore chill hop e momenti distensivi.
La ricetta amicca in maniera furba a parecchi degli stilemi “che funzionano” nella scrittura di canzoni degli ultimi anni, ma non dà mai l’impressione di trovarsi davanti ad un prodotto realizzato in laboratorio solo per funzionare. Sarà la natura delle produzioni e degli arrangiamenti, che invece di buttare tutto “in faccia” giocano delicatamente con vuoti, riverberi e atmosfere, sarà anche il carattere della scrittura di Federica, genuino e sensibile anche quando prova ad uscire fuori dal seminato, ad esempio giocando con il rap ( Astronauti, Nun ce ne ascimme cchiù con Ugo Crepa).
Forse più stucchevole il tentativo di giocare con la pseudo saggezza popolare e l’icasticità di un certo tipo di scrittura in napoletano che recentemente ha avuto buona fortuna, e che però qui suona meno autentica di altri testi. In fondo ‘Ibrido’ è un lavoro che dichiaratamente prova a sperimentare diverse possibilità, vedremo se e quali saranno punto di partenza per strade future.
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