Un brano classico, lennoniano, che vive della forza interpretativa del suo autore
Nel tempo in cui l'intelligenza artificiale può fare ormai di tutto, scrivere una canzone non è più vista come una cosa particolarmente complessa, anche se sotto la composizione stanno sempre molti segreti, che vanno oltre i giusti accordi da scegliere e abbinare. Scrivere canzoni è una questione di attitudine, anche attitudine vocale. Quella di Mattia Bocchi è una voce che parla, che fa da sola un pezzo del lavoro del cantautore. Una voce usata come veicolo in modo decisamente diretto, a prescindere dalle parole cantate.
Una canzone che, nuovo singolo di Mattia, è un pezzo che risuona di una grande classicità, classicità anglosassone, lennoniana per l'esattezza. Non è né un brano miracoloso, e neppure il testo, a parte qualche guizzo ironico, è particolarmente eloquente. Riesce però a poggiare su doti interpretative notevoli, e allo stesso tempo difficili da spiegare. Non esistono le regole o i trucchi per interpretare una canzone, ci vuole un coraggio, anche sfrontato alle volte, un gettarsi a capofitto nella musica, aprire la voce al limite della sguaiatezza, proprio come fa Mattia Bocchi.
Una canzone che offre uno scorcio molto interessante sulla voce di un artista che in futuro potrebbe regalare belle sorprese, basta non avere fretta.
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La recensione Una canzone che di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-10-22 13:23:00
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