Singolare ma interessante e potenzialmente significante la direzione sperimentata da AGA, al secolo Alessandro Antolini, nel suo nuovo lavoro in studio Short b-movies, apparentemente di fruizione letteralmente usa e getta proprio come quanto suggerito dal titolo sia dell'opera che di ogni singolo frammento costituente, in verità perspicace nel suo porsi come fulminante riflessione sulla più concreta sostanza dell'oggi sotto maschere di disinteressato consumismo mordi e fuggi.
Nel giro di una decina di minuti complessivi, Antolini riesce a confezionare una notevole prova di estro e ingegno costruendo nove possibili scenari per visioni oniriche, più che per possibili esperienze audiovisive, tra le cui grinfie risulta anche abbastanza naturale – quando non proprio istintivo – lasciarsi avvolgere da atmosfere pulsanti quel tanto (o poco) che basta per sentirsi abbandonati, in men che non si dica, all'ignoto destino annidato dietro l'angolo due o tre isolati più avanti.
Perché sì, è proprio l'anima al neon di una metropoli notturna in eterna mutazione di forma e sostanza postumana a piombare davanti all'occhio interiore con la forza di un mantra elettro-psichedelico volentieri in scia con costellazioni intrise di astri apparentemente vivi e vegeti, in realtà provenienti da chissà quanti milioni di illusori anni luce in simulazione di un qui e ora trasmutato in un chissà dove e chissà quando (Experience, Social media).
E per quanto un barlume di linearità coscienziosamente esistenziale possa fare capolino qua e là con intenzioni melodicamente pacificatrici, è sempre una certa frenesia consequenziale ad avere la meglio su ogni substrato intenzionalmente asservito al perenne svolgersi di vite e non vite all'insegna del tutto e subito, dell'appena nato e già svanito (Reality). Poco importa se lo scopo resta quello di vedere se pullula ancora qualcosa di pur umanamente infinitesimale sotto la coltre di polvere di stelle da cui tenta di sollevarsi ogni brandello di vitalità residua, perché potrebbe trattarsi – sempre e comunque – di una proiezione psicologica collettiva votata a una fugace rimembranza con conseguente discioglimento di ipotesi e percezioni (Streaming, Metaverso, Acronym), mentre tutto, nel frattempo, torna alla sua dimensione iperuranica di altro da sé in frenetici recuperi di odierno assolutismo cardiopalmico camuffato da amichevole prossimità melodica (Online, Start up, Liquid music).
Sorprendente e, a tratti, anche spiazzante, non c'è dubbio. Senz'altro scatenante genuina curiosità su eventuali sviluppi – anche ideologici – futuri.
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