Oggi i colori sembrano trasparenti, diluiti nell’acqua che non risparmia alcuna superficie, e in nessun momento. E nell’aria brumosa e immobile si diffondono note distinte, come fluido tra scanalature che geometricamente si incrociano in incastri synth. Elettronica di velluto scuro, liscia e pulita, con tanto gusto anni ottanta e voce da cantautore impegnato. Indubbia l’influenza del tenebroso Sylvian come dei Depeche Mode, tinte definite e chiaroscuri di passaggio, rifiniture sottili e cura del risultato; atmosfere pienamente invernali, slanci di profondità in inquadrature bidimensionali, ponti sintetici tra liriche in italiano e basi elettrochicpop. Le prime tracce si distinguono per incisività e gradevolezza, intenzioni che un po’ si perdono muovendosi fino alla track 21: lavorare di lima è spesso essenziale. Complessivamente un buon lavoro, attento e mirato, ottimo per l'inverno.
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La recensione Alter di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-22 00:00:00
COMMENTI (5)
MUSIC CLUB – NOVEMBRE 2007
E grazie a Dio o chi per lui è finalmente uscito il nuovo album di Tenedle!! Il fiorentino Dimitri Niccolai (nome tipicamente toscano, no?) s’era già reso il mio cantautore italiano preferito col suo precedente album “Luminal”, e questo splendido “Alter” non fa che confermare se non migliorare le impressioni ricevute dal primo album. Innanzitutto la confezione è eccellente. Far apparire elegante ed originale un comunissimo jewelcase non è da tutti. Certo il fotografo non è Anton Corbijn, ma gli piacerebbe. Il pezzo si apre con la breve intro “Plenilunio”, che quasi impercettibilmente sfocia in “Notte Fonda”, ed è già capolavoro!! Voce melodica con portamento minimale il cui timbro continua a ricordarmi quello di Battiato, con controcanto ipersaturato… Electropop non distantissimo dai Depeche Mode ma meno crogiolato sugli allori… Basta poco: una chitarra espressionista, un violino che impenna sull’asfalto… Ed eccolo qua, il primo capolavoro del disco. De “Le Mosche sul Dolce” già è sufficiente il titolo per farmi innamora: ho sempre avuto un debole per i titoli dei brani di Tenedle, geniale! “88 Ore” è un altro gioiellino, frutto di psiche, chimica e alienazione moderna… Talmente ovvio e talmente naturale che è un orrore ammetterlo: gioiello! E ce ne sono molti altri, incastonati in questo disco: “Insensibile”, “Fintorgasmo”, “Katasterismo”… Un disco sanguinante e asettico, pieno di distorsioni pulite e carico di violenza lasciata a sfogarsi dentro cubi di plexiglass antiurto. Tenedle, me ne fai subito un altro?
MOONFISH (musicclub.it)
musicclub.it/musicclub/jsp/…;id_numero=11709328154890
FEBBRAIO 2008
Le persone che si danno da fare mi sono sempre piaciute. E Tenedle è una di loro. Un uomo instancabile e,soprattutto,un musicista originale, la cui carriera è iniziata molti anni fa,nella seconda metà degli anni ottanta. Sperimentatore, pittore, poeta(perché no?), ha composto musica per opere teatrali e per esposizioni d’arte,ha collaborato con altri musicisti e si è esibito a vari festival. Ora è tornato con il suo terzo album, “Alter”, lavoro che segue più o meno la scia dei due precedenti,basato su un sound elettronico misto a quel pop rock che in Italia conosciamo abbastanza bene.
Ha molto da dire Tenedle con le sue 21 tracce che costituiscono il disco: i temi dei testi,riguardanti argomenti svariati(si passa da una semplice routine ad una storia d’amore), convergono tutti in una critica implicita e profonda rivolta al mondo intero,espressa attraverso modi sottili e con un linguaggio che in certi momenti sfiora l’ermetismo.
Il tutto cantato e raccontato con voce calda:il musicista è in grado di essere romantico,dolce,malinconico ma anche cupo e misterioso;è un uomo a cui sta stretto questo mondo e che ricorre spesso ai sogni per rifugiarsi o,forse, per esplorare nuovi orizzonti.
Come ho già detto le sonorità si avvicinano molto all’elettronica e al pop rock ma hanno anche sfumature indie e sono riconducibili a quelle dei Depeche Mode, probabile fonte ispirativa del cantautore.
Tra le tracce sono presenti degli intervalli musicali di breve durata che fungono da introduzione ai pezzi successivi. Loop ipnotici, sinth, sporadiche comparse di chitarre distorte e pianoforte,introduzioni caotiche:sono questi gli elementi che danno vita alle melodie sulle quali danza la voce di Tenedle.
Certo, non tutti i brani sono delle perle musicali ma altri,come la ritmata“Notte fonda”, “Le mosche sui dolci”, la sensuale “L’ora di ricreazione” che tratta la descrizione di un rapporto sessuale,o la dolce ballata “L’unica stella”, sono pezzi notevoli nel loro piccolo.
Insomma, il nuovo album di Tenedle stimola alla riflessione, trasmette emozioni, narra vicende ed esperienze. Voleva davvero arrivare a tanto? Io credo proprio di si.
Davide Armento ondalternativa.it
ondalternativa.it/modules.p…;rop=showcontent&id=2068
OTTOBRE 2007
Anche l’elettronica ha un cuore_
Suona la chitarra, usa le tastiere da vecchia data, canta e compone in solitudine sfruttando le possibilità dell’elettronica con estrema intelligenza, traendone l’emozionalità giusta per un cantautorato di buon livello. Stiamo parlando di Dimitri Niccolai, meglio conosciuto come Tenedle, l’artista toscano che, col suo terzo album “Alter”, disegna con semplicità una forma canzone infarcita di soluzioni digitali. __E’ composto da ben ventuno tasselli il suo mosaico sonoro; un percorso lungo ma piacevole, fatto di momenti pensosi (“Il dissenso del ritmo”), riflessivi (”Le mosche sul dolce”), distorti (“Ascensore per lunatici”) ma anche frizzanti (“Fintorgasmo”) e spensierati come l’open track “Notte fonda”. Il tutto assemblato osservando e descrivendo - da un punto di vista personalissimo - la condizione umana e le sue attinenze. Nei testi di “Alter” si alternano storie d’ordinaria quotidianità a visioni più ampie di un mondo che va avanti senza badare troppo alle conseguenze. __Un disco che rende evidente le evoluzioni compiute negli ultimi due anni da Tanedle che – forte di varie esperienze nel campo delle arti visive e del teatro -, rilascia un suono più limpido e meno isterico rispetto a quello proposto nell’ultimo “Luminal” (2005). __Tonalità aperte e penetranti che caratterizzano un bell’esempio di come anche servendosi di sonorità elettroniche (spesso considerate fredde e adatte solo a musica marginale) si può esprimere un sound fatto di sfumature, visioni e sensazioni provenienti da sentimenti “naturali”.
ROBERTO PAVIGLIANITI – kronic.it
kronic.it/artGet.aspx?aID=2…;sID=15685
MAGGIO 2008
Quando lo sguardo verso il passato abbandona le forme del revival e del recupero retrò per cercarne invece la sostanza, il risultato è un disco in cui le influenze sedimentate negli anni sono tasselli di un mosaico che mostra un’immagine viva e pulsante della contemporaneità. Questo è il caso di Alter, terzo album del cantautore fiorentino Tenedle, dove due solide dimensioni sonore come la canzone d’autore italiana e la new wave inglese (e non solo) a cavallo tra anni ’70 e ’80 s’incastrano e stratificano a vicenda in un lavoro moderno ed estremamente personale: e il risultato è un synth pop moderno nei suoni e nel gusto dal quale emerge la firma dell’autore nella forma dell’espressività della canzone d’autore.__Il Battiato de La Voce del Padrone sembra incontrare i Depeche Mode all’interno di una dimensione in cui i Radiohead si muovono verso gli Ultravox, e dove sopra tutti si erge la figura di David Sylvian a indirizzare il suono elettronico, anche nella sue espressioni più melodiosamente pop, in uno spazio profondamente intimista (e infatti, le mosche sul dolce che occupano la quarta traccia sembrano essere qualcosa di più di un lontano ed involontario riferimento alle dead bees on a cake dell’autore inglese).__La tradizione della canzone d’autore italiana trova nel synth pop di Tenedle una casa moderna che non rinuncia al gusto per la tradizione. Una solida struttura elettronica liscia e cristallina viene attraversata da intrecci di ritmi e loop, di suoni e silenzi, e soprattutto di melodie, spesso stratificate in composizioni dove lo spazio elettrico del suono apre e chiude sentieri che vengono percorsi dalla voce (quando non da più flussi vocali sovrapposti). Le composizioni di Tenedle sono piccoli microcosmi ordinati dove correnti sonore si muovono coordinatamente, ora scontrandosi o sovrapponendosi, ora allontanandosi o riallineandosi, ma sempre all’interno di un disegno complessivo coerentemente unitario.__I testi riescono ad essere profondamente introspettivi senza mai rinunciare alla musicalità della parola, e la voce calda e avvolgente del cantautore diventa uno strumento che utilizza l’armamentario fornito dalla lingua italiana - le aperture delle vocali, le pulsazioni ritmate di accenti e sillabe, etc. - per offrire un’interpretazione profondamente emotiva, all’interno di costruzioni in cui il significato delle parole si scioglie con naturalezza nella materia significante. E l’introspezione carica di malinconia dei versi non raramente va a contrappuntare linee musicali, o talvolta anche parti dello stesso cantato, che non disdegnano un’apparente leggerezza, in un gioco di luci e ombre dove gli aspetti più solari vengono utilizzati, in modo quasi elementare ma non per questo semplicistico, per rischiarare e alleggerire gli aspetti più oscuri; permettendo così all’autore di mantenere quel distacco dall’oggetto della narrazione che gli consente di evitare agevolmente i rischi di un’eccessiva pateticità.__Lo scorrere del tempo percepito come inarrestabile deriva: l’inevitabilità del ritardo, dell’arrivare sempre quando tutto è già compiuto, e il ritrovarsi a contemplare evanescenti sogni che aprono fantastici mondi popolati da piccoli desideri. E nel mezzo, tra passato e futuro, un soggetto che talvolta si scopre a guardarsi attorno come il protagonista di un film che si muove nello spazio nero tra i fotogrammi. Alle spalle delle parole di Tenedle si spiega un universo cupo, malinconico, a tratti dolorante, ma mai perdente, lamentevole o sconfitto: è la voce del disincanto che contempla le proprie tristezze passate e i propri rimorsi con il distacco di chi vede in essi un punto di partenza piuttosto che di arrivo. Quello del cantautore fiorentino è lo sguardo di chi si muove nel buio alla ricerca della luce, e che dopo lo smarrimento iniziale, quando gli occhi si abituano all’oscurità, si scopre ad osservare con stupore i contorni sfumati di ciò che lo circonda.__Alter è un disco che affascina fin dalle prime note, rivelandosi poco a poco e attirando l’ascoltatore attraverso i molteplici strati di una curatissima produzione. Un lavoro nel quale le parole diventano il mezzo attraverso cui prendono forma quadretti che raffigurano frammenti di vite e ricordi, ma che pur ponendosi al centro della scena non si impongono in modo netto e deciso. Proseguendo con la metafora pittorica si potrebbe dire che le tinte che utilizza tendono spesso a sfumare morbidamente nell’acquerello, piuttosto che in quei colori sintetici che solitamente si trovano abbinati all’elettro pop. È un lavoro che si avvolge nelle proprie pieghe per poi lasciarsi sfogliare, mostrarsi lentamente, e cambiare forma sotto lo sguardo dell’osservatore, lasciando trapelare nuove e mutevoli luminosità latenti sotto lo strato di oscurità.
MARCO PULITANO’
genovatune.net/recensioneEx…
FEBBRAIO 2008
Alter un disco incredibile in cui Tenedle dicè ciò che ha da dire attraverso liriche raffinate e atmosfere elettroniche che sospendono tempo, spazio e luce...
Quando ti capita di ascoltare un disco come Alter, terzo lavoro di Tenedle - all’anagrafe Dimitri Niccolai, polistrumentista fiorentino -, la prima cosa che viene da fare è sorridere speranzoso e pensare che c’è ancora qualcuno in Italia capace di emozionare con della grande musica.
Tutto Alter è un organismo perfettamente equilibrato di melodie elettroniche, di testi mediamente sofisticati e di atmosfere oniriche che avvolgono l’ascoltatore.
Fa tutto Niccolai: chitarra, tastiere, batterie, computer programming, voce e quello che ne esce fuori è un insieme omogeneo di suoni, un invito al transito, allo spostamento, al viaggio.
È piuttosto complicato scegliere i brani migliori all’interno di Alter poiché è un lavoro che secondo il parere di chi scrive, va gustato nella sua interezza, ma comunque ci provo e segnalo: Il Dissenso del Ritmo in cui appare evidente la passione di Tenedle per le sonorità dei Kraftwerk che per fortuna non vengono scimmiottate ma rielaborate e sperimentate; La Terra è il mio Pianeta in cui alla musica raffinatissima si aggiungono liriche sublimi che ricordano il Battiato de La Voce del Padrone; Insensibile dove la voce di Tenedle raggiunge il perfetto equilibrio armonico ed infine L’ora di Ricreazione forse il brano che più mi ha colpito per la sua forza delicata, la sua orgogliosa raffinatezza.
È sempre più difficile incontrare un musicista italiano che abbia qualcosa di interessante da dire, Tenedle lo fa con testi raffinati e con atmosfere elettroniche che sospendono tempo, spazio e luce, un disco che non può mancare a chi ama l’elettro-pop ed è cresciuto con queste sonorità.
PAOLO SUTERA Rockshock : rockshock.it/news.asp?id=3034