Alcune settimane fa, in centro città, ho incontrato Ezio Vendrame: l’ho avvicinato, salutato e, facendogli i complimenti gli ho detto di aver letto tutti i suoi libri. Lui ,confermandosi follemente illuminato mi ha risposto: “Allora sei uno sfigato!!!”
…e forse ha ragione, forse questo epiteto mi calza davvero; se è vero, come è vero, che ho anche ascoltato tutti i dischi di Dario Antonetti (con e senza gli Effetto Doppler) e, che mi piacciono pure! Anche questa, infatti, è una voce da inserire nel mio curriculum di sfigato, essendo la musica di Antonetti destinata ad una cerchia ristretta di persone, e precisamente ad ascoltatori attratti da forme di creatività folli ed eccentriche.
Ed eccomi dunque, esponente della categoria, a decantare la bellezza di questo “Sono figlio dei Pink Floyd” (gustoso antipasto di “L’estetica del cane”, album di prossima pubblicazione), lodandone estro originalità e ficcante ironia… sulla scia di brani che esprimono testi arguti e sonorità di intenso cantautorato-psichedelico. Esempio ne sono canzoni come l’intrigante “Chiocciolin@” e quell’autentico athem che è “L’artista indipendente” (“Povero illuso, povero scemo, a tutte le etichette ho lasciato il mio demo. E’ l’ho lasciato principalmente a quelle che professano la fede indipendente, In pochi mi hanno risposto e l’hanno fatto fuori da denti: ‘Amico mio m’han detto come te ce ne sono tanti; su ‘sto pianeta ormai sono tutti cantanti!’”) e senza, comunque, dimenticare gli altri due pezzi: la love song “Se tu fossi una di quelle” e l’allucinata “L’omino vegetale”, già note ai fan di Antonetti.
Rimarcando la bellezza di “Sono il figlio dei Pink Floyd” non resta, quindi, che allertare la schiera di (altri) sfigati cui è rivolto il disco …individuarli è facile: basta fare come il pifferaio magico, ma al posto del flauto usare la seguente frase di Erich Fromm: ”… sarebbe piuttosto il caso di sottolineare come attualmente la sopravvivenza della società dipenda dall’esistenza di alcuni non-conformisti. Se tra gli uomini delle caverne fossero esistiti solo conformisti, vivremmo ancora nelle caverne e continueremo a praticare il cannibalismo.” (Dario, mi perdoni se ti rubo la citazione, vero?)
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La recensione Sono il figlio dei Pink Floyd di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-01-11 00:00:00
COMMENTI (1)
anche io sono uno sfigato :-)
dai tempi dei kryptastehsie (e non ho ancora imparato a scriverlo!)