Èpos e nostalgia in cerca d’immagine
Pertegò è un progetto che nasce a Piacenza nel 2006 da Khristian Scott e che, negli ultimi anni, insieme ad ANUB1, ha accumulato esperienze importanti in ambito cinematografico, lavorando alle musiche di un corto presentato al Festival del Cinema di Barcellona.
La vocazione da colonna sonora rimane cifra stilistica dell'ultimo disco del progetto piacentino, Echoes: sette tracce appena uscite dal calderone non più tanto fumante del post-rock da cui si esce quantomeno disorientati. Siamo chiari, ogni singolo pezzo è fortemente didascalico e quindi in grado di riportare senza alcun bisogno di forzature concettuali e supporto visivo a precise vedute. Il problema però sembra essere nella mancanza di coesione dei brani che, senza mediazione, ci sbattono in faccia scenari a tratti epici, a tratti da film adolescenziale. Il disco sembra condurre in un'esperienza bipolare in cui ci si può trovare di fronte alla vendetta di Kratos ai danni dell'Olimpo e, da un momento all'altro all'abusato topos del ragazzino che taglia i ponti con le proprie origini, imprimendone le immagini su di un finestrino sgocciolante.
Se, da una parte, il suono rischia di essere intrappolato e esaurito in un'intenzione eterea, qualcosa di interessante avviene quando in alcune tracce entra prepotentemente in gioco la ritmica. Ciò accade ad esempio in Ronin, quando l'ingresso in seconda battuta della batteria cambia radicalmente l'intento del brano senza stravolgerne lo scenario. Il brano, da qui, cresce e si sviluppa nella creazione di un cortocircuito tra un incedere geometrico, materico e voci e chitarre spirituali e limpide.
Il disco ha spunti interessanti e si sente essere pensato da orecchie esperte, ma allo stesso tempo rischia di essere ingabbiato in un didascalismo che lo imprigiona nelle stesse immagini che, inesorabilmente, evoca.
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La recensione Echoes di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-08 18:44:00
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