Il secondo disco di Colapesce e Dimartino è una perla di pop luminoso, che sfugge il peso delle aspettative per approdare in un luogo fatto di canzoni necessarie e paesaggi umani
Hanno schivato il peso delle aspettative, e hanno scritto ancora una volta solo le canzoni necessarie. Si chiama Lux Eterna Beach, il nuovo disco Colapesce e Dimartino, il duo che ogni tanto torna a dar nuova linfa al concetto di collaborazione nella musica pop italiana. Dopo il successo del doppio Sanremo - quello del 2021 con Musica Leggerissima e quello del 2023 con Splash - non era facile mantenere integro un immaginario così forte, nato dall'unione complementare di due cantautori che avevano già una lunga esperienza alle spalle.
Lux Eterna Beachè un disco più coeso e organico del già splendido I mortali, frutto del lavoro di Lorenzo e Antonio, avvenuto realmente uno accanto all'altro, in un tragitto che potrebbe ricordare il viaggio del primo film che li vede protagonisti, La primavera della mia vita, diretto da Zavvo Nicolosi. Il disco si apre con un brano che è stato presentato come manifesto, La luce che sfiora di taglio la spiaggia mise tutti d’accordo, una lunghissima introduzione di tutte le tematiche che saranno raccontate nei quaranta minuti successivi, di tutti i personaggi che vi faranno capolino: la star del porno, l'estetista, il capomastro, e persino Ivan Graziani.
Già perché I marinai, ottava traccia di Lux Eterna Beach - complici la Numero Uno, etichetta del duo ma anche quella dei primi dischi del cantautore teramano, e il figlio di Ivan, Filippo - è un dono che la famiglia Graziani ha fatto a Colapesce e Dimartino. I due hanno lavorato su un'incisione vocale di Ivan - c'era solo una strofa e un coro di pescatori di Fano -, hanno composto il ritornello e hanno, con grande rispetto e dovizia, quasi filologica, arrangiato il brano prendendo spunto dal sound di dischi come I Lupi.C'è poco da dire del brano, una meraviglia, un mezzo miracolo che parla di figli dispersi in mare, e oggi questa cosa fa molto più effetto
Lux Eterna Beach è un disco fatto di paesaggi, oltre ad avere il respiro paesaggistico della Sicilia. Vi si sente la consapevolezza che il luogo in cui si nasce, formi la persona in modo molto profondo. Questo emerge particolarmente in Sesso e Architettura, dove si parla di barocco, di capitelli, di forme architettoniche che possono plasmare le relazioni umane che intessiamo. Ma ad essere ancora più sorprendente èla luce data da Colapesce e Dimartino all'interezza del progetto, attraverso i suoni, nonostante si continui a parlare di fuga dalla realtà, dalla vita.
Tra le tonnare, lo scirocco e l'incapacità di restare da soli, si nasconde la consapevolezza politica che in questi tempi bui la figura del narratore diventa sempre più centrale. E in questa luce cantautorale diventa politico anche parlare d'amore. Si possono scomodare Leonard Coen e Bob Dylan, ma molto più semplicemente l'amore è raccontato in Lux Eterna Beach come una rincorsa, come una perenne tensione, si pensi a 30000 euro, al mondo che impazza fuori mentre l'amore viene raccontato da un osservatore esterno, senza le perversioni egoriferite che ammorbano il pop italiano.
Dopo il covid, dopo Sanremo, dopo il successo, dopo il cinema, Colapesce e Dimartino hanno saputo condensare tre anni di vita, in un disco che ha un respiro dall'ampiezza inedita, in questi tempi compressi e impazienti. Lux Eterna Beach è una perla che brilla - oltre al meraviglioso brano di Graziani c'è anche un gran bel feat con Joan Thiele -, un luogo metafisico nato per dare nuovi colori al cantautorato italiano.
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La recensione Lux Eterna Beach di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-11-03 11:36:02
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