Tanto bisogno di comunicare che rischia di perdersi in una grande confusione d'intenti e in un'emergenza espressiva che abbassa gli standard qualitativi medi.
Apology of good and Evile è il nuovo lavoro dei Metamorfosi in Viola, band romana con all'attivo molte esperienze e palchi alle spalle.
Si tratta di una raccolta di otto brani strumentali in stile rock nei quali la band riversa il proprio senso di disagio e bisogno di reagire a un mondo che ha perso valori, che non riconosce la cultura e premia la volgarità.
Come per ogni lavoro strumentale, non è ovviamente possibile tradurre letteralmente le note e gli arrangiamenti in parole e stati d'animo perché, senza aprire troppi parentesi di filosofia della musica o di estetica musicale, la musica non è una lingua in senso stretto, in quanto non veicola alcun significato.
Ci si può affidare alla forzatura esterna, nel caso specifico della band, che offre il proprio punto di vista emozionale con i titoli di ogni brano oppure fidarsi delle proprie orecchie e della propria sensibilità per trarre emozioni indipendenti da ogni composizione.
Volendo seguire il primo caso, si parte con I hate your gaze because i cant' fine in your soul once so precious and fragile, un rock aggressivo in cui la batteria si muove su un groove ben piantato, doppiato con semplicità e gusto dal basso e ricoperto di chitarre elettriche diversamente effettate.
YOU WENT AWAY AS WELL IN THE END DID YOU SEE parte con suoni elettronici di batteria e pad che lasciano spazio a basso e chitarra elettrica solista.
the MISERABLES inizia con un pianoforte inquieto che, completato il suo giro, lascia spazio a un kick e tamburello, basso elettrico e arpeggio di chitarra elettrica clean che pian piano risolvono su un giro armonico tenuto in evidenza da un pad di archi.
Tratto caratteristico di questi brani è la mancanza di uno strumento prettamente solista, anche se spesso la chitarra si ritaglia delle frasi. Sembra però di ascoltare degli arrangiamenti orfani di un canto, di un testo o comunque di un elemento che calamiti l'attenzione.
YOU JUMPED FROM THE FIFTH FLOOR OF MY BUILDING inizia con una batteria subito presente e un pedale di chitarra distorta effettata che prelude ad un riff di chitarra solista che poi si evolve in una ritmica in palm mute. Le tastiere e il basso completano il range di frequenze mancanti. YOUMEET MYFEELING parte con un synth che scimmiotta quello ormai leggendario di Jump. La traccia si presenta ad un volume molto più basso rispetto alle precedenti ma il risultato cambia poco, perché non cambia l'impianto strumentale né l'intenzione artistica che sta dietro, anche se c'è un interessante cambio di panorama sonoro che coglie di sorpresa ed è il preludio ad una parta cantata da una voce molto effettata, quasi "vocoderizzata" che crea man mano delle dissonanze che determinano un bel movimento e quel colpo di scena che sembrava non dovesse più arrivare.
IN TRANSUMANCE inizia con una faticosa chitarra acustica. La qualità di ripresa è molto bassa, sembra più una demo registrata in presa diretta in sala prove. La voce canta in lingua italiana ma purtroppo non si distinguono le parole. Dopo una pausa di silenzio totale di diversi secondi la canzone riparte ma quello che andava analizzato è stato già analizzato. Si prosegue senza novità.
Stessa pessima qualità per THE MISERABLE UNPLUGGED che si muove ancora con una chitarra acustica, un pad e una voce distaccandosi completamente, come il brano precedente dall'omogeneità stilistica del resto del disco.
introFinale è un giro di pianoforte e "interferenze" elettroniche di 30 secondi scarsi che non aggiunge e non toglie nulla.
in conclusione Apology of good and Evile è un cantiere che sembra ancora in corso, un lavoro non concluso del quale ormai si distinguono le forme principali, ma che manca di un lavoro di rifinitura serio e definitivo.
Un ambient post rock che non punta sulla sperimentazione o sull'originalità del sound ma che cerca di forzare molto sulla scelta dei titoli, unica possibilità di canalizzare e influenzare l'ascolto. Ultime due canzoni che sono sostanzialmente dei live che sembrano far parte di un altro progetto, con un altro sound e soprattutto con una voce cantante, che sconfessa quanto fino a quel momento si era ascoltato e analizzato.
Al netto di questa confusione di intenti e di generi, la qualità dei brani strumentali è standard, ma anche molto poco tridimensionale, con un missaggio che forse si è sbilanciato più verso un sound live che studio. Nella seconda parte dell'album la qualità audio crolla clamorosamente ed è come ascoltare un live ripreso con un telefonino, sicuramente non presentabile per passaggi radio o televisivi.
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La recensione Apology of good and Evile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-03-24 17:05:16
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