Bandit
Quando la luce grande della discoteca 2023 - Cantautoriale, Folk

Quando la luce grande della discoteca
29/11/2023 - 18:40 Scritto da alessandro.dirocco

Un pellegrinaggio immorale e tamarro tra i figli mostruosi di Maria De Filippi e Gabry Ponte

In La lotta armata al bar, un Vasco Brondi senza barba e soprattutto ancora lontano dall'esperienza meditativa chiedeva strillando cosa sarebbe rimasto nei racconti futuri di "questi cazzo di anni Zero". Di certo, non si aspettava nulla di lontanamente simile a Quando la luce grande della discoteca, ma forse è solo una questione prospettica. 

Dopo anni di vagabondaggio nella profonda periferia milanese, il cantautore e il cantastorie milanese Bandit formalizza in un concept album immorale e a-moralistico, frutto di resoconti etnografici tra i cazzi sentimentalmente poco educati delle discoteche milanesi e d'Italia. 

Da un punto di vista musicale il disco non brilla di certo per complessità e originalità, ma questo non è l'intento. Bandit è un menestrello che, accompagnato per lo più dalla sua umile chitarra, ha il potere di urlare che il re è nudo, prendendo distanza dall'hypsteria di un indie dilagante e dal lirismo del cantautorato tradizionale. Non c'è spazio per alcuna forma di onanismo sentimentale, ma solo per una sfacciata e irriverente analisi antropologica tra  tamarri di periferia che a bordo di booster elaborati riempiono la pista da ballo di mascolinità tossica e di sessualità represse. Il tutto reso plasticamente in suono dall'epilogo dance dell'ultima traccia del disco, Mara, epifania degli anni zero e di un capitolo della musica elettronica che speriamo sia accantonato per sempre. I personaggi che popolano Quando la luce grande della discoteca sembrano usciti dalla penna di un Lorenzo Kruger, spogliato della sua teatralità e delle sue bellissime giacche, che in canotta e con i Carrera si ritrova a ballare sulle note di Figli di Pitagora.

 Non è un disco da ascoltare se si hanno orecchie sensibili e non si coglie il panteismo celato in qualche bestemmia qua e là, ma l'ironia geniale e immaginifica di Bandit è un ottimo modo per buttare lo sguardo su generazioni con il righello in mano e le mutande calate senza alcuna traccia di redenzione, cresciute con l'educazione sentimentale di Uomini e Donne. Ogni pomeriggio, Canale 5. 

Purtroppo Maria De Filippi occupa ancora una fetta importante del palinsesto, La seconda rivoluzione sessuale è rimasto soltanto un grande album dei Tre Allegri ragazzi Morti, e il disco di Bandit, seppur dopo più di dieci anni dalla sua ideazione, resta abbastanza attuale. È un disco quindi da ascoltare, ridendo delle nefandezze che spesso membro-dotate non abbiamo nemmeno la forza di ascoltare. 

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