Quella di Evocante, al secolo Vincenzo Greco, è un'impresa degna di un titano, o meglio il tentativo di compiere un qualcosa che pochi provano a fare, consapevoli della difficoltà, forse impossibilità della cosa in questione. Suonare il maestro Battiato è già complesso di per sé, in più azzardare riletture dei suoi brani complica ancor di più la situazione. Ma ben vengano gli ambiziosi e gli spregiudicati.
Evocante si era già avvicinato all'arte del maestro con l'album Fino a tardi. Viaggi sonori con Battiato, dove esplorava, attraverso espansioni sonore, l'anima prog del cantautore siciliano. Non pago ha voluto fare un passetto in più, pescando un pezzo mica male da Caffé De La Paix del 1993, Lode all'inviolato. Il risultato è abbastanza ben riuscito, ma forse non si addice alla perfezione ad un brano così intimo e che parla di spirito in evoluzione. La delicatezza - altamente metaforica - dell'originale, viene qui rimpiazzata da una sorta di cupezza, data dalle percussioni elettroniche e dallo stratificarsi degli altri strumenti, l'uno sull'altro, ben incastrati, ma forse leggermente coprenti sulla voce, poco valorizzata insieme alle parole.
Tentativi del genere sono sempre nobili e degni di una consapevolezza musicale che non può lasciare indifferenti. La versione di Evocante di Lode all'inviolato non brilla ma si lascia ascoltare, come un giusto e sacrosanto tributo ad uno dei pochi giganti della nostra musica contemporanea.
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