Un primo piano sicuro, con l'anima a fuoco, a volto scoperto, in nome del proprio nome. Non più Kiss & Drive, non c'è più alcun trucco né fumo, non servono specchi e giochi di riflessi, restano solo Elisabetta, l'essenza e la qualità di un pop autentico che ha così tante cose da dire (She's Full Of Things) da bastare a se stesso (No One).
Nascere in Italia e sbocciare in Belgio, scrivere una storia che va dalla Città Eterna al cuore dell'Europa, aprire i concerti di Sinead O'Connor. Sono cose che possono capitare. Cambi di vita, fatiche, perdite, pause. E poi rialzarsi, ancora e ancora.
Mai dire mai, promettilo ora con voce cristallina, perché arrendersi non ha senso. Tu apri la finestra, che io accendo la primavera: prima o poi arriverà comunque (Don't Say No). Adesso scusa ma vado a vivere, ci sarà qualcosa là fuori anche per noi (I Go I Go I Go). E se lungo il viaggio ti viene il fiatone: inspira, espira, respira (Inhale Exhale). Quando sentirai di essere una tigre rinchiusa in una gabbia per uccelli, ti fermerai in mezzo al traffico della città, alzerai gli occhi e immaginerai il mare infinito, placido e silenzioso, con la superficie increspata soltanto dal passaggio di un'elegante balena che ti invita a puntare l'orizzonte (The Wale).
Il canto dall'anima bambina e profonda al contempo - spontaneo, sincero, delicato, deciso - vibra tra il violino e l'arpa di Margaret Hermant, tra le batterie e le produzioni di Franck Baya, tra le chitarre elettriche, il basso e il tocco di Ruggero Catania. Aggiungi il piano di Eric Bribosia, il violoncello di Charlotte Danhier e naturalmente la chitarra classica e acustica di Elisabetta Spada. Registra tutto a Bruxelles, masterizzalo a Trento. Siamo di nuovo a casa, come piace a noi, e questo ci basta.
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