La domanda delle domande: cosa possiamo conoscere fuori da noi? Il viaggio verso la risposta è nelle tredici tracce di Aesthesys, nuovo album dei Trauma Forward
Cosa può conoscere il soggetto al di fuori di sé? È uno dei quesiti filosofici più difficili a cui quasi tutti i pensatori hanno provato a dare una risposta. Questa domanda è anche alla base di Aesthesys, nuovo lavoro dei Trauma Forward: Jacopo Bucciantini (batteria, percussioni, basso), Davide Lucioli (tastiere, sintetizzatori) e Francesco Presentini (chitarra, basso, clarinetto).
Aesthesys è il secondo capitolo di una trilogia iniziata nel 2016 con Scars. L'album si presenta come un percorso completo per la coscienza, unendo al prodotto musicale una storia visiva narrata dalle immagini che compongono il booklet. Protagonista di questi scatti (e dunque del disco) è un essere antropomorfo molto simile a un manichino, senza volto e senza nome. Caretteristiche che facilitano l'immedesimazione dell'ascoltatore nel particolare personaggio e, dunque, nel viaggio intellettuale.
Viaggio che inizia di notte "Into the gloom of a cold night" con Neon shrubs e termina il pomeriggio dopo con A feelingless afternoon. La strumentale che chiude l'album si apre con una cupa atmosfera creata dagli appoggi di un piano elettrico dai toni quasi lugubri. A questo si aggiungono via via gli altri strumenti che vanno ad aumentare la tensione del brano, il cui finale supera la tensione che si era creata. Si giunge così a una conclusione che sa di risoluzione, ma al tempo stesso piena di drammaticità.
Le sonorità del disco si compongono di un turbinìo di generi, dal più presente progressive rock, alle contaminazioni elettroniche e ambient. Pluralità che si riflette anche nella lista del personale dell'album. Alla realizzazione di Aesthesys hanno infatti partecipato numerosi musicisti, a cominciare dalle voci, tutte di componenti esterne alla formazione (ad esempio quella della sopracitata Neon shrubs è di Ryan Spring Dooley).
Aesthesys non è un lavoro al quale è facile approcciarsi date le complessità compositive e tematiche che lo contraddistinguono. Né esso mira a essere facilmente esplorabile, proprio in virtù di queste caratteristiche. L'ascolto di questo album può comunque regalare ottimi momenti di riflessione e introspezione, oltre, ovviamente, al piacere dato dalla contemplazione aestetica delle composizioni.
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La recensione Aesthesys di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-04 14:24:00
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