I grandi sognatori non dormono mai.
Quasi tre anni di preparazione. Un viaggio lungo, ma necessario. Sabrina Napoleone doveva rimettere a posto pezzi della sua vita sparsi qua e là, riordinare i propri pensieri, tradurli in musica seguendo ragione e istinto. Da una parte le cose da raccontare: le paure, l’Islanda, il Covid19, Gesù, i tanti “fragili, cuccioli diseredati” in cerca di spazio; dall’altra l’esigenza di mettersi alla prova con un suono caldo, portato avanti in buona parte delle macchine (sintetizzatori, campionamenti…), coadiuvate dall’elettricità delle chitarre e del basso, da una viola, un violino, dalle pelli di una batteria. Cristalli sognanti è un titolo in grado di riassumere i nove pezzi allineati all’interno dell’album: la parte onirica è quantomeno decisiva. Come spiega la stessa Napoleone, siamo tutti immersi in quella dimensione “che al risveglio lentamente svanisce e non sappiamo più raccontare, ma che abbiamo in qualche modo compreso”. Concetto espresso con compiutezza nell’apocalittico testo di Chimera.
Al di là dei sogni (“Son fallaci i sogni”, diceva un cantautore…), la musicista genovese ha tirato fuori un disco affascinante, che parte dagli anni ’90 e li modernizza, mescolando tinte dark a tracce clubbing, techno e accenni dark, rock elettronico, un pizzico di jazz e inesorabili ballate. Fa nulla se si tratta di una ninna nanna (o filastrocca?) come l’opener Gardur, o di un brano come Mevidda, posto a conclusione dell’album, il più coraggioso e spinto del lotto, un lungo (più di otto minuti di durata) strumentale in grado di mettere insieme sperimentalismo e avanguardia, tra campionamenti di varia natura e picchi di controllata follia.
Cristalli sognanti è un bel disco, al passo con gli anni che viviamo, sostenuto da qualche collaborazione di prestigio: a partire dalla produzione artistica di Giulio Gaietto, poi ecco Osvaldo Loi alla viola, Cristina Nico ai cori, fino a Salvatore Papotto e Stefano Luna, con i quali Sabrina Napoleone ha firmato alcuni pezzi, la violinista Alice Nappi, Stefano Bolchi, Simone Meneghelli e Hilija Russo. Tutti grandi sognatori, evidentemente.
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La recensione Cristalli Sognanti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-20 19:50:00
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