Disco spaziale di cui sentivamo un bisogno viscerale. Amore a primo ascolto.
Un ritorno attesissimo quello dei leccesi Nu Shu, dopo ben otto anni dall'ep d'esordio con cui lasciarono a bocca aperta parecchia critica di settore. Il formidabile power duo composto da Giuseppe Paskone Calabrese (basso e cori) e Carmine Tundo (batteria e voce) torna con un disco di dodici brani schizofrenici che badano al sodo, mischiando elettronica e sonorità che pescano dal rock alternativo e dallo Stoner.
Lasciati per un attimo da parte i progetti paralleli de La Municipal e Jack In The Head, si torna a pestare duro con distorsori ed effetti vocali allucinogeni. Esempio lampante lo psych rock blues di "Glena", fantasia di suoni che unisce il lato onirico a quello più grezzo della band, per un risultato esplosivo che fa il paio con la successiva "Tr Moon", un'epopea sonora che lascia storditi ed estasiati al tempo stesso. Fra sonorità che guardano ai deserti del continente americano, i Nu Shu ci regalano momenti altissimi di moderno psych rock, con sperimentazioni coraggiose e affascinanti. L' uso degli effetti sonori in brani come "Lorelai Jedi" è devastante, mentre le atmosfere disegnate nella splendida "Purple Mexico" ci portano dentro un cosmo di oscurità e inquietudine prima di abbandonarci in balìa di "Iena", schizofrenica e selvaggia, da lasciarsi travolgere.
Tra le pochissime band in Italia a sperimentare con il cervello e a tirare fuori sempre qualcosa di vero, potente, necessario. La bandiera dei Nu Shu va sventolata alta.
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La recensione Dox di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-17 07:58:02
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