La band veneta canta della rabbia e del rammarico verso un lieto fine che tarda ancora ad arrivare
A pochi mesi di distanza dalle uggiose e alienanti atmosfere di Deadly London, gli Slow Rush tornano alla carica con Why Can't She Be My Wife?. Un singolo che rappresenta la nuova tappa di un viaggio compiuto dal quartetto originario di Vicenza all'interno delle tante sfaccettate contraddizioni della nostra società.
Questa volta la band ha deciso di posare i propri occhi su una tematica che, specialmente negli ultimi anni, sta tenendo banco all'interno del dibattito pubblico italiano e non solo: quella dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Una questione maledettamente attuale e che viene espressa nel titolo stesso del brano: Why Can't She Be My Wife?, "Perché LEI non può essere mia moglie?".
Nel loro nuovo pezzo, gli Slow Rush si interrogano infatti sul perché la legge italiana, nonostante l'approvazione delle unioni civili del 2016, non permetta alle coppie omosessuali di unirsi in matrimonio. Domanda che ancora oggi non trova risposta, anche a causa del difficile percorso legislativo e del muro di gomma alzato da persone e istituzioni che, dall'alto della loro ottusità, fanno ancora distinzioni tra "relazioni normali" e non.
Un grido di protesta, quello fatto dalla band veneta, trasformato in musica fondendo l'energia del punk con l'intimismo dell'alternative rock. Un contrasto sonoro che si cristallizza nella notevole performance vocale di Eva Trappolin, la frontman del gruppo, che sale e scende tra i righi del pentagramma con una naturalezza non indifferente.
Why Can't She Be My Wife? è un pezzo capace di catalizzare la rabbia e il rammarico provati da migliaia di persone che cercano solo di coronare la propria storia d'amore con un "E vissero felici e contenti". Un lieto fine che purtroppo non è ancora stato scritto.
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La recensione Why Can't She Be My Wife? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-25 23:23:00
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