Fa tutto lui, Gabriel Medina, "From Macerata", in arte The Cosmic Gospel, suona chitarra, basso, batteria, synth, altre tastiere, canta, scrive, porta il pallone al campo e quando vuole lo buca anche. Non c'è verso di intromettersi, perché la situazione lui ce l'ha completamente sotto controllo. Anche se a giudicare da questo strambo e psichedelico caos non si direbbe. Si chiama Cosmic Songs For Reptiles In Love il suo primo disco, e visti anche i suoni acidi che strabordano in molti punti, non si può far altro che pensare al delirante videoclip di Rattlesnake dei King Gizzard and Wizard Lizard, dove un serpente a sonagli pixelatissimo si contorce tra i membri della band.
Tutto questo puzzle che The Cosmic Gospel ha assortito, arriva da una rottura, una rottura emotiva da cui si sprigionano riconoscibilissimi colori che la musica inglese - e poi statunitense - ha saputo assumere dalla metà degli anni '60 in poi. Sarebbe troppo banale elencare le band di ispirazione, i progetti che hanno ispirato la scrittura di questo disco, o forse sarebbe come srotolare una noiosa e già conosciuta lista della spesa.
Le varie decadi della psichedelia internazionale sono state divorate e digerite, e tornano a galla in queste otto tracce, che suonano alla grande, con la spavalderia di chi non ha nulla da nascondere. Cosmic Songs For Reptiles In Love è un disco esplicito, fatto di bellissime canzoni, di tanti giochi stilistici che si incrociano e creano un mosaico eterogeneo. Il gioco sui contrasti è molto efficace, e adoperato in modo chirurgico: dopo il mellotron maccartiano di Core Memory Unlocked subentra il fuzz violentissimo e quasi naif nel riff di Hot Car Song, che lascia spazio subito dopo ad arie da ballad, trascinate dal pezzo che suona più contemporaneo in assoluto, Psychrolutes Marcidus Man.
Se pensassimo a Cosmic Songs For Reptiles In Love come ad un classico Lp, potremmo vederne la struttura bipartita, con un lato A molto aggressivo ed accattivante, con giri di accordi classici e strutture armoniche usate come bussola per chi ascolta. Nel lato B i riferimenti vengono meno, le maglie del suono si allargano, e tutto il classicismo di dilata, quasi fino alla distorsione. Si viaggia nello spazio, le sostanze possono iniziare a circolare e le fluorescenze ambigue della psichedelia diventare protagoniste.
Quello di The Cosmic Gospel è senza dubbio un bel disco. Bello da sentire, bello da immaginare nella sua composizione schematica, bello da riconoscere in un più grande affresco musicale di cui fa parte. Divertente ma a tratti inquietante - si pensi ai rantoli di synth che animano Wrath and Ghosts -, Cosmic Songs For Reptiles In Love non si bea mai del suo stile, sgorga di grandi racconti personali, imbellettati di lsd.
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