Mettiamola così. La prima volta che senti una voce o una chitarra stonata pensi che sia molto trasgressivo. La prima volta che senti registrazioni di rumori ti sembra qualcosa molto all’avanguardia. La prima volta che senti un missaggio asincrono la trovi una cosa geniale. La prima volta che ascolti “Twin Infinitives” dei Royal Trux o “Julius Caesar” di Smog li consideri dei capolavori. La prima volta che scopri qualcuno che registra un disco in camera da letto, invece che in studio, ti sembra molto indie e molto alternativo.
La centesima volta che ti capita una di queste scoperte dici solo basta, adesso datemi qualcuno che, banalmente, sappia suonare o cantare come si deve. Non è tanto una questione di genere, è che al giorno d’oggi è diventato troppo semplice fare certe cose (se mai è stato difficile). E con buona pace di Nephtali Shaffranek, l’ascoltare le sue elucubrazioni sonore, i suoi oscillatori elettronici, le sue partiture sgangherate, la logorrea cantautorale in bassa fedeltà di “Uncensored Love Song” ecc. mi fa solamente annoiare a morte.
Se però siete tra coloro che non hanno ancora provato le sensazioni di cui al primo paragrafo, procuratevi immediatamente questo disco. Vi si potrebbe aprire un mondo.
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La recensione House Music di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-02-27 00:00:00
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