Dieci tracce, generi diversi, temi profondi, ottima produzione. E dietro c'è una sola testa
L'approccio musicale dell'artista campano SOLO suona come un tributo ai Beatles fin dalle prime note di The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness), il suo primo vero e proprio disco lungo. Sono sufficienti infatti pochi secondi di Don't shoot the piano player (it's all in your head), la traccia d'apertura, per entrare immediatamente in una dimensione sonora inconfondibile.
Così, un po' come accade nel White Album dei quattro di Liverpool, il lavoro è una traversata tra generi e ispirazioni artistiche cangianti, che si dipanano attraverso dieci differenti tracce rigorosamente in lingua inglese. Con Summer fading (late love song), quindi, l'atmosfera vira già verso un pop rock più contemporaneo, che sembra voler richiamare da vicino il mondo dei Muse.
In un brano come Hypocrisy (it's all I see), poi, la voce rivela tutte le sue potenzialità e diverse sfumature, portando a termine la missione di dare massima profondità e intensità a un testo convintamente "civile" nel senso migliore del termine. Subito dopo, sulla stessa onda emotiva, tocca all'esperimento "parlato" di What's the topic of the day (forget the rest) feat Alidavid e al rock duro di Propaganda in my eyes, again (you're erased).
La tracklist si apre ulteriormente con Something (you don't need) grazie al duetto con la voce femminile di Nobody.
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La recensione The importance of words (songs of love, anti-capitalism and mental illness) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-08-08 23:36:55
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