Dopo aver saggiamente preparato il terreno, ecco che arriva col botto l'esordio discografico dei Krap Ymotana, band pisana attiva dal 2020 e finalmente giunta al momento della verità.
Jam Therapy è un titolo inequivocabile, ci restituisce immediatamente l'immagine di una band che ama sperimentare e ama farlo con una capacità tecnica e una creatività fuori dal comune. I Krap Ymotana sono un'eccellenza tutta italiana: chi ha imparato a conoscerli con le precedenti pubblicazioni si renderà immediatamente conto di quanto stiano stretti nel nostro panorama. Ma è una grande fortuna averli.
La band toscana torna a deliziarci con il suo misto di rock alternativo, funk, incursioni prog, reminiscenze anni Novanta e un sound sempre pronto ad esplodere. Nove tracce (comprese di intro e outro) che spaziano nei territori più ambigui, sconfinando persino nel metal, riuscendo a restare incredibilmente legate ad un'impronta pop palesemente genetica. Non è da tutti riuscire a concepire brani come "Reykjavik", così come non è semplice ripiegare sulle atmosfere orientaleggianti e post-grunge della successiva "Dark Anatomy". La piega sinistra della title-track ci porta indietro con gli anni verso un concetto di rock anni Novanta che spesso vede solo emulazioni, senza sentimento, qui invece c'è tutto. Discesa negli inferi che si completa con la magnifica "Martina", una dark ballad che parte a metà strada fra gli Alice In Chains e i Nine Inch Nails virando rapidamente verso territori metal alla Pain of Salvation.
I Krap Ymotana ci regalano un disco ispirato, facendo confluire al suo interno le influenze più varie, miscelando atmosfere e ritmi, sonorità e stili. Un calderone all'apparenza difficile da gestire ma governato magistralmente da una band che ha talento e creatività da vendere.
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