Un viaggio introspettivo, un'oscurità fragile che impara da se a farsi illuminare attraverso le proprie spaccature di vita vissuta.
ANNI / LUCE è il nuovo lavoro di L'Edera, pseudonimo di Alberto Manco, cantautore romano classe '95 con già molta esperienza alle spalle.
Si tratta di una raccolta di nove brani pop melodico d'autore, un disco fortemente introspettivo dove hanno particolare importanza lo spazio, il tempo, e il buio che tra le crepe della propria fragilità è capace di farsi illuminare dalla luce esterna.
Intro / rumore di fondo è una delicata introduzione chitarra, piano e voce che rivela subito una grande capacità di scrittura ed un timbro vocale carico di pathos.
Anni luce continua sullo stesso stile, ma stavolta l'ensemble musicale standard è completato da basso e batteria. Non pensarci ha un sapore più elettronico a partire dalla drum machine. Il ritmo offre un cambio di passo che serve per mescolare le carte e permettere all'orecchio di restare attento. Gli arrangiamenti si distinguono per una semplicità che sembra frutto di un grande lavoro "a togliere", dove è rimasto solo l'essenziale. Un grande esempio di maturità artistica insomma che sentiamo anche nelle tracce successive, come in L'odore della pelle dove il ritmo cala nuovamente ma la voce si prende la scena, pur sempre ben valorizzata da un ambient ancora misto tra acustico ed elettronico.
I testi sono sempre ben misurati e si punta molto sul ripetersi delle parole e delle frasi, stratagemma il cui abuso però può essere un'arma a doppio taglio e togliere freschezza ai concetti espressi.
Cerchi nel grano suona come una schitarrata libera, una di quelle canzoni che non richiedono grandi incastri e anzi necessitano di un po' di margine di libertà e oscillazione.
Macchie di benzina suona "in due" e questo andamento così ravvicinato di misure da un senso di serrato, anche se poi la batteria tiene 4 pulsazioni. Si tratta comunque di un cambio di passo che ancora una volta rinfresca l'ascolto, per quanto l'ambient generale di questo disco sia molto sbilanciato su un senso di malinconia diffuso che non si alleggerisce mai del tutto.
Sul balconcino ha un andamento sicuro dato dalla batteria molto asciutta e diretta e vive di scorci e descrizioni di piccole immagini che però sanno prendersi facilmente il centro della scena, una scena che sembra avere come cornice i margini, appunto, di un balconcino di casa.
Video tutorial, piano e voce, con un andamento un po' strascicato e un'armonia che gioca su un bel passaggio tra maggiore e minore e con delle chitarre elettriche pulite che appoggiano con delicatezza degli accordi pieni. Si tratta di una ballata, forse la più "tridimensionale" del disco, sia riguardo al testo che all'arrangiamento perfetto.
Si chiude il sipario con Outro / na na na che è un po' un riassunto del disco, nella sua introspezione, nella sua malinconia dichiarata e nel suo cercare nelle piccole cose delle verità universali. Voce bellissima, che sale e si piega alle emozioni. Una chiusura in assoluta bellezza insomma.
In conclusione ANNI / LUCE è il disco dell'emergenza, del bisogno di fissare uno stato d'animo senza pensare troppo ai dosaggi perfetti degli ingredienti. Suona molto ripiegato su se stesso, riflessivo e, come detto e ripetuto, molto malinconico e potrebbe anche risultare pesante se non fosse sincero com'è.
L'ascolto è dunque semplice ma a tratti forse rischia di invischiarsi in uno stato d'animo che rasenta la tristezza. Non che sia un male, ma rischia di diventare un disco non adatto a tutte le situazioni d'ascolto. Il risultato è comunque un lavoro molto delicato e forse troppo poco graffiante per essere pienamente radio friendly, ma anche questo, come dico spesso, è un limite delle radio, non delle canzoni.
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La recensione ANNI / LUCE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-26 15:49:29
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