Un'esplosione di sonorità e fantasia in salsa funk-jazz in grado di conquistare al primo ascolto.
Incisioni barbariche è il titolo dell'esordio discografico dei Rusty Brass, formazione bresciana costituita da soli ottoni (3 trombe, 3 tromboni, 1 tuba orizzontale) e 2 percussioni (cassa, rullante, piatti e altre). Il progetto, nato cinque anni fa, è una vera esplosione di energia e creatività sonora: musica da parata, da festa, da matrimonio e persino da funerale.
La Rusty Brass Band decide di fare confluire in questo disco di nove tracce tutta la freschezza e la fantasia che ha caratterizzato il percorso artistico intrapreso in questi anni. E allora dentro ci troviamo le atmosfere targate New Orleans, passando per il funk e il rock londinese. Ma i bresciani amano sperimentare e avventurarsi anche nei territori balcanici, nei club berlinesi, arrivando persino in quelli della cumbia andina, della salsa cubana e dei gospel classici americani. A parole potrebbe sembrare un minestrone di sonorità, ma in verità il risultato è stupefacente per eterogeneità e saggezza nel saper calibrare i suoni, adattare gli arrangiamenti e piegare le influenze alle necessità di un jazz ad ampio raggio.
E allora non resta che lasciarsi affascinare dall'energia di brani come "Longoparty", dalla tradizione in veste sperimentale di "Marcia dei Vinti" e dai frammenti a stelle e strisce di "Andrew". E quando pensate di averne abbastanza, ci sarà l' hip hop di "Iron Age" a spezzare in due la tracklist, così come la successiva "O.O" riuscirà a tirare fuori una malinconia inaspettata e commovente.
Incisioni barbariche è certamente uno dei dischi più avventurosi e intraprendenti degli ultimi tempi, un caleidoscopio di sonorità e intuizioni di assoluto valore che non può passare inosservato agli appassionati del genere.
---
La recensione Incisioni Barbariche di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-01-16 09:11:26
COMMENTI