Un bel lavoro, dalla presentazione all'ascolto. La copertina è già un dolce vedere col suo effluvio di baci dai colori caldi. Non siamo però di fronte ad una caramella di pop melenso.
I due giovani ventenni Ninive danno forma all'ispirazione di certa buona musica cantautoriale dalle varie sfaccettature. C'è ancora da lavorare, ma non v'è dubbio che l'attenzione a quello che fanno i ragazzi la danno. Se "Quattro Mosche Nel Mio Caffè" sembra meno approfondita, ci sono dei picchi nel disco che di certo non lasciano indifferenti. C'è lo sguardo personale alla dolcezza di Young in "Santa Pigrizia", c'è un carillon infestato con dentro un Barrett che incontra il sud del mondo in uno psyco-folk ("Bluesfurwenigamie"), c'è la sperimentazione di ambienze distorte come tra Eno e Bowie in "Drum (fine selected tobaccos)", dove anche la voce si dissolve in un rivolo di fumo, ci sono parole che saltellano su un'armonica folk, come Drake sulla "Pink Moon". Testi sintetici per la maggior parte delle canzoni, lì dove s'allungano strutturano una buona forma canzone.
Il dardo è lanciato, rimane da vedere se vuole andare lontano.
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La recensione Questo disco non esiste di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-03-06 00:00:00
COMMENTI (7)
uno dei migliori dischi italiani di sempre.
come ho già detto: imparate a leggere
stavo per scriverlo io......:=:=:=
e vorrei pure vedere :D
evidentemente "bravi quanto" non potevo scriverlo...
:= := :=
mica ha detto "bravi quanto"
ha detto "suonano come"
licenza elementare
scomodare drake e barret per parlare dei ninive è un colpo davvero basso:=