Brando Eandi Psichedelicosa 2023 - Sperimentale, Funk

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Tra citazioni letterali e loop interminabili, 'Psichedelicosa' è la soundtrack di uno scherzo che non abbiamo capito

Di primo acchito, l’esordio di Brando Eandi sembrerebbe un album leggero, orecchiabile e ironico: una breve raccolta di strumentali che spaziano tra blues funk, soft rock e accenni reggae, con una sincera attitudine easy listening a fare da sottofondo. Questa natura, unita ad una spruzzata di riferimenti storici-culturali italiani, da Mani Pulite a “Vota Antonio”, ci rimanda dritti ad una versione edulcorata delle colonne sonore anni 70/80, priva tanto del vitalismo dei compositori d’epoca quanto del rigore filologico degli epigoni Calibro 35 et similia. Fosse solo questo il problema, ci troveremmo semplicemente davanti ad un lavoro, alla peggio, innocuo.

Invece, purtroppo, nel complesso ‘Psichedelicosa’ non riesce a rimanere coeso dietro il suo fil rouge tematico e si ingarbuglia, nella sua apparente linearità, intorno ad un’apparente accozzaglia di cose che non sembrano avere troppo senso insieme e talvolta, a ben vedere, neanche prese singolarmente. Più si ascolta, più lo spirito da soundtrack scivola verso l’indole da sottofondo di ascensore, una library music scialba e ripetitiva fatta di loop che sembrano presi direttamente dalle demo di un programma di produzione. Il colmo si raggiunge con i due momenti “napoletani”: Dialettica dell’immaginario italiano , e per metà un lungo estratto del mitico discorso di Antonio La Trippa dal film ‘Gli Onorevoli’ e per l’altra metà improvvisazione inconcludente (comunque tre pochi momenti memorabili del disco), e Addio a Napoli che, incredibilmente, sembra tutti gli effetti una base per karaoke dello storico inno dei migranti Chiamate Napoli 081 di Mario Merola (non a caso, ci sembra che il brano manchi dalle piattaforme).

Forse, semplicemente, il senso di ‘Psichedelicosa’ sta proprio nella provocazione surreale: il nome dell’artista, la concisa biografia di presunto genio sedicenne, la copertina con il cane psichedelico made in IA e l’altrettanto psichedelico titolo, non sostanziato da alcun elemento musicale, il citazionismo sguaiato. Se è così, dobbiamo confessare che purtroppo non abbiamo capito lo scherzo.

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La recensione Psichedelicosa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-20 18:41:00

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