L'elettronica impazzita tra dubstep, hyperpop e drum 'n' bass di Emma è un flusso emotivo che tende le proprie braccia all'esterno, per cancellare la solitudine in un abbraccio collettivo
Un disco a gennaio, uno a dicembre. Alessandro Muscogiuri, in arte Emma, chiude l'anno come l'aveva iniziato. In principio era Era, ora è Era la fine, come a creare uno scioglilingua solo per raccontare il 2023 visto dal suo occhio spiritato. 8 tracce, di cui una sorta di intermezzo chiamata !!!!!!HO UCCISO UNA CANZONE!!!!!!: un messaggio lasciato dal timbro piatto di una voce digitale aperto da un urlo screamo, dichiarazione di intenti del disco e atto generatore di Emma come estensione di Alessandro, la scintilla che crea l'avatar e che metto in moto un processo creativo e (auto)distruttivo al tempo stesso.
Uccidere la propria musica per Emma diventa un atto di amore verso l'esterno, verso quell'umanità che ancora splende nonostante la merda da cui è ricoperta. E quindi ingabbia nei beat ansiogeni tra dubstep e drum 'n' bass i suoi demoni, sfoga il suo dolore nelle distorsioni elettroniche e nelle voci pitchate, graffia e prende a pugni i suoni per buttare fuori lo smog emotivo di cui i suoi polmoni sono ormai saturi. "E mi sento come se dovessi morire tra un secondo ogni secondo che passa", confessa sul ritmo accelerato di :Nessuno. "Ma a chi lo dico, qui non c'è nessuno". È un isolamento che nasce da dentro e non esiste folla abbastanza grande per compensare questa sensazione, quindi solo provare a ricoprirla di benzina e darle fuoco con fiammate hypercore.
Lo struggimento di Emma è una richiesta di aiuto e nasce da una sincera disperazione, qualcosa che si fa sempre più disturbante solo per ritrovare negli occhi dell'altro lo stesso frammento di solidarietà atavica che dovrebbe nascondersi dentro ognuno di noi. C'è chi lo nasconde, chi ha dimenticato da un pezzo di possederlo, chi se ne vergogna, in Emma invece è talmente incandescente da divampare in un piccolo big bang emotivo. E potrebbe farvi fuggire, potrebbe spaventare. Oppure potreste accoglierlo e lasciare che la sua sofferenza diventi la strada per ricominciare a prenderci cura gli uni degli altri.
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La recensione Era la fine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2023-12-08 00:00:00
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