Col nuovo 'Dungeon clash tournament', Pipya eplora ogni soluzione possibile per una concreta e suggestiva ridefinizione artistica carica di senso e animisticamente trainante
Approdato nella prestigiosa scuderia Trovarobato, il palermitano e bolognese di adozione Pipya – al secolo Federico Pipia – non esita a tirare fuori diversi assi dalla manica per una nuova produzione carica di senso narrativo ma anche – e soprattutto – potentissima da un punto di vista sonoramente ideologico. Sono tante, infatti, le idee messe in tavola nel nuovo lavoro in studio Dungeon clash tournament, splendido coacervo di veri e propri scontri (non a caso, vista l'impostazione concettualmente 'arcade') tra generi e derivazioni allo scopo di approdare su sponde di rinnovato senso logico quanto a estro arrangiatore e senso della ricerca per ogni possibile sé artistico in continua evoluzione.
Ouverture in incremento pseudo-synth-wave introducono l'ascolto verso sospensioni apparentemente Radiohead che però, di lì a pochissimo, non esitano a farsi esplorazione personale densa di curiosità creativa, eterogeneità compositiva intrisa di pulsazioni IDM e degne stratificazioni tanto da dancefloor quanto da trasporto acustico individuale anche in salsa simil-techno umanoide (Moodboard). I richiami più espliciti al concept 8-bit tingono di 'eighties' sprazzi di melodia immediatamente travolta da un sano e corposo noise-hard rock un po' alla Graham Coxon di The Golden D (Danny is a good boy), ma concorrono alla cesellatura delle sculture complessive anche imponenti e gloriosi virgulti Aphex Twin nelle diramazioni drum and bass più disturbate ma anche sognanti ed emotivamente trainanti (Dark room), mentre echi tardo-soul mutano in devastanti tribalismi dark-trip hop in ottica magistralmente Massive Attack dei momenti migliori (Laku, Hypercondensed).
Quasi come a segnare uno spartiacque tra veri e propri quadri sonori, arrivano anche suggestioni psichedeliche in salsa wave soavemente sconnessa (Cigarette break), spunti trap saggiamente congeniali alla trattazione sonora globalmente sperimentale (00) e magnifiche cattiverie electro-indie-crossover per la chiusura di un cerchio denso di featuring – molto ben distribuiti tra Rares, Jacuzzi Gang, Rehhll, So beast, Nizaar, Dirt_O Malley, Trrmà e Guantanamo – e decisamente frastagliato ma, proprio per questo, enormemente in linea con un'idea di gestione sonora precisissima e densa di sottotesti cognitivi a loro volta dissezionati in una miriade di coinvolgenti dettagli discorsivi.
Lavoro indiscutibilmente degno di seria considerazione, magistralmente confezionato e – cosa ancora più importante – indubbiamente capace di competere a livello internazionale in campionati solo apparentemente lontani da una così abile e sensata portata concettuale.
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La recensione DUNGEON CLASH TOURNAMENT di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-03-04 21:13:00
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