Quando la distorsione elettrica, psichedelica, potente, stoner, garage è uno stile di vita
La distorsione elettrica e psichedelica, potente, stoner, garage: è la cifra stilistica dei Soul of Salem. Ti investe subito fin dal primo secondo di Ipomoea Alba, il brano che apre l'album Spellbook della band barese.
Le otto tracce del disco, autoprodotto, raccontano i sogni più oscuri della psiche, i ricordi neri come la pece, il veleno dei fiori, e lo fanno attraverso sonorità musicali cariche di energia, intensità e profondità (Cursed Ground, Lords of Fog Island), capaci sia di andare a spaziare nella geografia madre del blues (Pitch Black, Raney Blues) sia di fregarsene delle regole di un mercato discografico che chiede sempre più hit usa e getta da tre minuti.
C'è un altro elemento che rende interessante e originale il gruppo pugliese: la voce femminile di Claudia Martinelli, che suona anche le tastiere, è bella e caratterizzante. Ma può essere ulteriormente valorizzata, in primo piano, come accade ad esempio in Bearing Madness.
Dal punto di vista della composizione, la poetica dei Soul of Salem si rifà a un mondo e a un genere che prevedono pezzi "epici", anche lunghi fino a nove minuti. Nella scrittura dei brani futuri potrebbe essere utile in ogni caso ragionare sull'opportunità di selezionare gli spunti migliori, snellire le strutture e sintetizzare il meglio delle proprie idee.
Inoltre nei prossimi progetti potrebbe essere efficace, per ottimizzare il risultato finale, sviluppare un lavoro più elaborato fin dall'inizio sulla produzione.
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La recensione Spellbook di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-06-30 15:31:15
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