Non sono sicuro che questo sia il momento giusto per scrivere la recensione del terzo lavoro della Bandabardò, semplicemente perché, più passa il tempo e più il mio giudizio cambia, si rivaluta e quindi non ho certezze su quale sarà il mio giudizio tra un mese!! Aspettavo questo cd come la principessa, trasformata in rana dall'incantesimo, aspetta il bacio del Principe Azzurro: pensate che colpo si prenderebbe il ranocchio se si vedesse arrivare, dopo una lunga attesa, un ciospo!! La prima sensazione è stata così, di delusione: forse l'attesa era troppo grande, o forse i primi due lavori erano e sono troppo belli, quindi sono stato tradito dalle emozioni.
In realtà questa terza fatica della band toscana è semplicemente più difficile da cogliere e quindi necessita di una attenzione diversa; ora posso dire che, pur non raggiungendo la forza d'urto dei precedenti cd, anche "Mojito Football Club" riesce a suscitare forti emozioni. I testi non raggiungono la poesia che Erriquez ci ha saputo regalare in passato, sono più frivoli, trattano principalmente di ricordi o emozioni vissute dal gruppo; in Pianeta terra si rievoca il telefilm "Spazio 1999" e l'omaggio alla fantascienza viene rafforzato citando "Blade Runner", mentre in Mojito F.C. si citano le gesta dei componenti della banda su un campo di calcio in un pomeriggio d'estate.
Musicalmente invece i ragazzi sono migliorati; l'affiatamento, già ottimo, è stato ulteriormente affinato e il risultato sonoro è di prima qualità. E' anche cambiato qualcosa rispetto al passato con la presenza di una più marcata chitarra elettrica e, in alcuni casi, di un legame con il classic-rock (in Domani), con il rock psichedelico (in Finaz Drom # 1e Novità) o con la musica latino-americana (in Il muro del canto).
Il libretto appare un po' più commerciale rispetto ai precedenti: anche in questo caso c'è stata una svolta con la rinuncia ai disegni di Alessandro Capellaro e il passaggio alle foto di Riccardo Pocci, ritoccate e colorate, tra cui spicca una splendida ragazza in tenuta estiva e la mitica 2 cavalli.
Per concludere, i tempi cambiano e anche la Bandabardò, giustamente, non resta ferma per non correre il rischio di diventare la copia di se stessa; il mio consiglio, per apprezzare davvero i nuovi pezzi, è quello di precipitarvi a sentire la banda dal vivo, condizione a loro congeniale e dove restano i migliori.
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