Un manifesto musicale, un'opera che insegna il piacere di fare e di ascoltare buona musica, quella musica che mantiene ancora una forma umana e si nutre di quelle sfumature che solo il musicista vero sa esprimere.
INTERFERENZE è il primo disco degli Hotel Paure, eclettico trio pugliese formato Sergio De Marzo, Piero D'Anna e Carmine Terracciano.
Si tratta di una raccolta di quindici brani la cui collocazione stilistica è ardua, se non impossibile da trovare. C'è dentro il rock, il pop, il funky, il prog. Di chiara c'è sicuramente l'idea di un sound che, pur nel continuo rimescolare le carte, ha una sua coerenza stilistica e affiatamento naturale tra gli interpreti. Salta all'occhio subito una voce subito riconoscibilissima, dotata di grande tecnica, carisma e capacità di trasportare messaggi sempre con la giusta misura.
Nell'analisi si capisce presto che questo lavoro è rivolto a chi ha voglia di ascoltare con orecchie pulite, senza pregiudizio e con la voglia di scoprire le tante grandi e piccole citazioni, le storie sghembe e la libertà di non sottostare necessariamente a un genere, una forma, una struttura.
Già mettere dentro un disco quindici canzoni la dice lunga sulla volontà di procedere in direzione ostinata e contraria alla discografia contemporanea e questo è un punto a suo favore già solo per il coraggio.
Ascolti ANANSI, BIG BANG e FUORI SINCRONIA e ti sorge il dubbio di stare ascoltando una raccolta random di diverse band. Solo l'idea di sound di cui sopra e la personalità della voce ti salva dalla gaffe. Sicuramente è un tratto positivo ma può essere un'arma a doppio taglio per l'ascoltatore che cerca una sicurezza, un sound omogeneo come si usa oggi.
Batteria, basso, chitarre, tastiere e programmazioni fanno un lavoro incredibile che sembra essere diviso per almeno quattro persone e invece sono soltanto due musicisti. Colpisce quindi la capacità di costruire diverse chiavi di lettura e sensibilità, come se si fosse effettivamente più menti all'opera.
Nel frattempo INSTANT KAFKA colpisce l'attenzione per l'ennesimo cambio di sound, stavolta con un tasso più basso di bpm, ma una capacità di pulsare senza pari. Il piatto della bilancia indica comunque una certa predilezione per il funky e dintorni, genere che permette alle chitarre di esprimersi con un attacco schioccante e tenere testa con classe a kick e snare, ben trattati in missaggio, e ad un basso metallico e bene a fuoco.
Quando poi meno te lo aspetti viene fuori PELLE DI LUNA, chitarra e voce, intima e dove le sei corde possono prendersi un po' di spazio in più.
Si riparte subito con DR. CONDOM, un rock 'n roll ironico e sornione con tanto di coretti. Ma si continua a vorticare dentro questo caleidoscopio con MALIA, UPF e VERTIGINE, ancora tra canzoni totalmente differenti l'una dall'altra, in un turbine di pop, electro pop e cantautorato.
Colpisce, man mano che si ascolta, la spigliatezza della scrittura dei testi, la capacità di essere liberi nel modo di costruirli, senza mai risultare forzati o poco spontanei. Si va così avanti verso la conclusione con PASSA L'ANGELO, breve intermezzo chitarra e voce, SPACE PORT, energica e con echi ad un certo periodo stilistico di Lucio Dalla e SE MI PERDO a chiudere il sipario.
in conclusione INTERFERENZE è un disco che a recensirlo si commette sicuramente qualche omissione o limitazione. Si tratta di un disco che merita di essere ascoltato con attenzione perchè sovraccarico di spunti, di piccole citazioni palesi o incastonate nel flusso musicale, idee particolari e testi che splendono di vita propria.
Non sarà certo radio friendly, ma ritengo che sia un problema delle radio, non una pecca del disco e sembra essere un manifesto completa di un'intera carriera, condensato in quindici tracce.
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La recensione INTERFERENZE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2024-02-20 12:32:22
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